Atene: suicidio in piazza Syntagma

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Nel messaggio lasciato dal farmacista, dopo aver equiparato il governo greco attuale a quello di Tsolakoglou, appuntato dal terzo Reich nel 1941, scrive:

“Il governo collaborazionista Tsolakoglou ha azzerato, letteralmente, la possibilità  che io sopravviva, la quale si basava su una pensione dignitosa che io solo (senza l’intervento dello Stato), ho pagato per 35 anni.

Siccome ho un’età  che non mi consente di reagire dinamicamente (anche se non escludo che qualora un greco si armasse di kalashnikov, io non sarei il secondo), non trovo altra soluzione che una morte dignitosa, prima che cominci a cercare fra la spazzatura di che nutrirmi.

Credo che i giovani, senza futuro, un giorno imbracceranno le armi e impiccheranno, a testa in giù, i traditori della nazione, come hanno fatto gli italiani nel 1945 con Mussolini (piazza Loreto di Milano)”.

Un pensionato, un farmacista, assurge a simbolo della classe media greca, sconfitta non solo economicamente ma nella dignità  di chi si sente derubato del suo lavoro e della sua vita, passata, presente e futura.

Tuttavia, è necessario che d’ora innanzi si tengano presenti i parallelismi con l’occupazione italo-tedesca e con la guerra, la metafora del traditore per antonomasia, Gheorgios Tsolakoglou, perché questi ormai sono diventati il tema ossessivo con cui grandissima parte della società  ellenica descrive la realtà  attuale. Al di là  delle descrizioni, però, c’è anche un sentimento gravido di terrore, disperazione e impotenza. Ed è proprio la paura che rende aggressivi e imprevedibili.

Nel tardo pomeriggio, molte centinaia di persone si sono radunate in piazza Syntagma per onorare il farmacista suicida. Gli scontri con la polizia non hanno tardato a verificarsi, mentre, ancora una volta, l’aria si è intrisa di tutti i veleni lacrimogeni degli agenti anti – sommossa e di tutta la rabbia urlata da cittadini che recitavano “il sangue scorre, chiede vendetta”.

C’è rabbia e si manifesta in ogni occasione. È allora inspiegabile la leggerezza con cui, poche ore dalla morte del 77enne ma quando già  si sapeva che egli fosse un farmacista, Panos Beglitis, ministro della difesa fino al novembre del 2011, evidentemente pensando che un farmacista in pensione abbia avuto la possibilità  di risparmiare nel corso della sua vita lavorativa, ha dichiarato, pubblicamente, che non si può sapere “chi abbia mangiato i risparmi, il pensionato o suo figlio”. “I governi” risponde la piazza.


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