Nome, temi, voto… Il non-partito sabato al debutto

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Nel Manifesto l’aggettivo nuovo stava dopo il sostantivo soggetto, non prima, a sottolineare che non intendiamo dar vita semplicemente a un’altra entità  politica (una tra le altre, un altro protagonista marginale di una vita pubblica logorata) ma a qualcosa di effettivamente nuovo, che rompa con la pratica prevalente e instauri uno stile di relazione e di azione questo sì diverso. Per questo il modo con cui si svolgeranno i lavori nel nostro incontro sono decisivi: dovremo sperimentare un metodo per lavorare insieme democratico, partecipativo e fattivo nello stesso tempo. (…)
Dovremo uscire da quella giornata con delle decisioni precise: 
1) Dovremo decidere in primo luogo il nome che ci daremo. E farlo attraverso un lavoro collettivo e partecipato: per questo ve ne proporremo alcuni, altri vi preghiamo di farceli pervenire via e-mail, senza timidezza, poi ne faremo un elenco e li porteremo in votazione nel corso dell’Assemblea. 
2) Dovremo valutare come (il perché lo sappiamo già  benissimo) stare dentro la battaglia in corso per i diritti del lavoro, e in particolare il tentativo di liquidare, o di limitare, le garanzia dell’articolo 18. Con quali iniziative, con quali strumenti, in modo da garantire le più ampie alleanze sociali e culturali possibili a chi, come la Fiom, si batte in prima linea.
3) Dovremo affrontare il tema ispido delle elezioni e della rappresentanza, in maniera attiva come lo stanno già  affrontando molte realtà  dove si vota a queste amministrative. Naturalmente non abbiamo per nulla deciso se ci candideremo alle politiche e con chi, perché, appunto, potremo deciderlo solo col metodo democratico che ci stiamo dando quando la questione sarà  matura. Ma di certo non potremo ignorare quella scadenza, per tante ragioni. In primo luogo perché quanto avverrà  in Italia nel 2013 avrà  un effetto decisivo sul destino della nostra democrazia e perché un’iniziativa come la nostra, che si propone di mettere in campo una nuova soggettività  e ambisce a cambiare la politica nel nostro Paese, se dovesse mancare all’appuntamento delle prossime elezioni politiche abortirebbe sul nascere.
4) Dovremo iniziare a individuare insieme quadri di senso programmatici per l’altra Italia e l’altra Europa che vogliamo, su quali temi prioritari impegnarci nell’elaborazione e nell’azione. Ponendo le basi per un lavoro sui contenuti che avrà  come primo sbocco una due-giorni da tenere a giugno, in modalità  partecipative ben articolate.
5) Dovremo strutturare la nostra presenza a rete nei territori, e trovare una forma di coordinamento e di organizzazione, dando vita a una struttura non centralistica, ma neppure acefala. Cosa bella a dirsi, difficile a farsi.
Firenze vuole essere uno «spazio pubblico aperto», di confronto, chiarimento e comune elaborazione. In moltissimi/e hanno scritto, in questi giorni, ponendo un’enorme quantità  di domande (segno dell’interesse e della voglia di protagonismo critico) sul «soggetto politico nuovo». E’ stata elaborata una prima lista di sintetiche possibili risposte (di FAQ, per dirla in linguaggio telematico) consultabile online sul sito www.soggettopoliticonuovo.it: dovrebbe servire per chiarire preliminarmente, nel percorso verso Firenze, le questioni più semplici. Per tutto quanto – e sarà  tanto – resta da precisare, sarà  la discussione pubblica in Assemblea lo strumento naturale di elaborazione del discorso collettivo. Per questa ragione si cercherà  di favorire la partecipazione stabilendo un tempo breve (non più di 7 minuti) per gli interventi, senza eccezioni, e dividendo la giornata in una sessione «plenaria» e una «a camere separate». Arrivederci dunque a Firenze. E buon lavoro.


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