«Nuova manovra in Italia»

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Lo scrive l’Ocse da Parigi e non è una buona notizia per il governo Monti. Nella parte dedicata al nostro paese della relazione sulle prospettive economiche si legge ancora che «alcune misure di bilancio supplementari potrebbero essere necessarie in vista della prevista recessione, ma le ipotesi prudenti del governo riguardo le entrate ottenute con le misure di lotta all’evasione fiscale procurano un margine di sicurezza». Come dire, nulla è scontato, c’è il paracadute ma sarà  bene controllare che si apra davvero nel caso fosse necessario. Anche perché la situazione resta grave: recessione ancora per il 2013, aumento della disoccupazione nell’anno in corso e ulteriore aumento l’anno prossimo, allontanamento del pareggio di bilancio e della riduzione del debito pubblico. Da Roma, Monti ha fatto buon viso a cattivo gioco: «I dati dell’Ocse devo ancora esaminarli bene – ha detto il presidente del consiglio – l’Ocse, come sempre recentemente, ci conforta, conforta l’Italia per la valutazione del complesso delle operazioni di politica economica e le riforme strutturali. Siamo sulla strada per avere con i provvedimenti già  presi un leggero avanzo strutturale nel 2013, siamo uno dei primi Paesi in Europa a conseguirlo». L’Ocse sarà  pure «confortante», ma dice cose preoccupanti. Se concorda con Monti che «con un saldo di bilancio primario in avanzo, la ratio di indebitamento dovrebbe cominciare a scendere nel 2013», dall’altra sottolinea come l’economia italiana sia in recessione a causa della debolezza generale dell’economia europea e per le conseguenze immediate delle misure di consolidamento fiscale; un declino che «proseguirà  probabilmente anche nel corso dell’anno prossimo» mentre la ripresa potrebbe partire «verso la fine del 2013». Più confortante per Monti è il passaggio succcessivo, dove si dà  atto al governo italiano di avere agito in linea con le aspettative internazionali: «La riduzione della spesa e l’aumento delle tasse previsto – si legge nella relazione – dovrebbe ridurre ancora il deficit per riportarlo a un livello molto basso nel 2013 e sono sulla buona via per eliminarlo completamente nel 2014». Complimenti ci sono anche per il precedente governo Berlusconi se per l’Ocse è vero che «dalla fine del 2011, l’Italia ha intrapreso importanti riforme strutturali, progredendo sulla via del risanamento delle finanze pubbliche». In numeri, le previsioni dell’Ocse non tranquillizzano nessuno. Nel 2013 continuerà  la contrazione del Pil italiano che dopo il calo dell’1,7% stimato per quest’anno, dovrebbe scendere di un ulteriore 0,4%. Anche nel prossimo anno ci sarà  un calo dei consumi privati (-1,0% dopo il -1,6% stimato per il 2012) e della domanda interna (-0,9%, ma -2,9% quest’anno). Se saliranno le esportazioni, sempre nelle previsioni Ocse, destinate a crescere nel 2012 del 2,3% e inel 2013 del 2,4%, pessime notizie continueranno ad arrivare dal fronte del lavoro: l’occupazione sarà  in calo dello 0,3% sia quest’anno che il prossimo mentre il tasso di senza lavoro passerà  dall’8,4% del 2011 al 9,3% di quest’anno e al 9,9% del 2013. Non che fuori dall’Italia ci sia il sole. Le prospettive economiche globali restano «fosche», ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. «La crisi nell’eurozona è diventata più seria recentemente, e resta la più importante fonte di rischio per l’economia globale», ha aggiunto il capo economista Ocse, Pier Carlo Padoan. La quale «sta di nuovo cercando di tornare alla crescita» ma «lo sta facendo a diverse velocità , con Stati Uniti e Giappone che crescono più in fretta dell’area euro».


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