«Occupy Chicago» Un test cruciale per il candidato Obama

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Questi, ma anche altri, i temi delle numerose manifestazioni previstein questi giorni a Chicago in occasione del summit Nato, il primo che si tiene in una sede americana che non sia Washington. Il vertice rappresenta un grosso test per l’amministrazione Obama e per l’attuale sindaco della sua città  natale – nonché suo ex capo di gabinetto – Rahm Emanuel, che ha chiesto al presidente l’opportunita di ospitare il summit in virtù dei vantaggi economici che la sua visibilità  internazionale e gli ospiti previsti potrebbero portare alla windy city . Tra l’altro, poco dopo essere stato eletto, Obama aveva già  cercato (invano) di portare a Chicago le Olimpiadi. Pesano, sull’imminente incontro tra leader internazionali di sessanta paesi, la memoria degli scontri tra dimostranti e polizia verificatisi a Seattle, nel 1999. Ma, ancora di più riecheggia il ricordo dei riots avvenuti a Chicago durante le convenzione democratica del 1968, in occasione dei quali la polizia usò misure estremamente repressive e violente contro i manifestanti, per lo più appartenenti alla Students for a Democratic Society. Da parecchie settimane Emanuel assicura che la sua polizia si muoverà  con cautela estrema, ma l’annuncio di diverse misure straordinarie per la sicurezza – tra cui scorte extra di spray urticante, un milione di dollari in nuove tenute anti-sommossa- e l’enfasi sulla mobilitazione delle forze dell’ordine in vista del Summit riecheggiati in questi giorni, potrebbero avere l’effetto di alzare ulteriormente la tensione, invece di invitare tutti alla calma. I quotidiani di Chicago riportano grosse consegne di tavole di compensato ordinate dai negozi ed esercizi vari della downtown per tappare i buchi in caso di vetri rotti, e raccontano che alcune società  dello stesso quartiere avrebbero suggerito ai loro dipendenti di andare al lavoro in abiti casual , invece di indossare la solita «divisa scura», da uomo d’affari, in modo da non attirare troppo l’attenzione dei dimostranti. Il Summit Nato sarà  anche un test importante per il movimento «Occupy». Dopo una specie di quasi totale letargo invernale, il vertice internazionale darà  a «Occupy» l’occasione di farsi sentire, vedere e di articolare (davanti a una platea globale) i modi della nuova fase del movimento, dopo quella, efficacissima, dell’occupazione vera e propria, che aveva caratterizzato l’autunno scorso. E le azioni di «Occupy» a Chicago non saranno soltanto un test di rilevenza: a seconda di come andranno le cose, nei prossimi giorni si potrebbe anche giocare quanto i democratici e Obama stesso potranno interagire con il movimento durante gli ultimi, serratissimi, mesi di campagna elettorale, o se dovranno invece prenderne le distanze (specialmente in caso di scoppi di violenza). «Occupy Wall Street» era nato anche come un segno di insoddisfazione nei confronti del nuovo arrivato alla Casa Bianca, ma nell’attuale clima politico, mentre Obama si avvia verso una rielezione tutt’altro che sicura, potrebbe essere un alleato molto importante, se non decisivo. Anche la posta in gioco per il presidente e per lo stesso Emanuel è quindi piuttosto alta. Non a caso, con un dietrofront repentino, la Casa biaca ha deciso all’ltimo momento di riunire il G8 a Camp David e non a Chicago, come era stato inizialmente previsto. Decine e decine di autobus sono arrivati e stanno arrivando nella capitale dell’Illinois da ormai qualche giorno. «Vogliamo ottenere un coinvolgimento di massa all’interno di Occupy, adesso che ci si avvicina alla fase cruciale delle campagna elettorale» ha dichiarato all’Huffington Post Nicole Powers, redattore del sito Suicide Girls, che documenta com regolarità  le attività  del movimento. L’evento più grosso di una serie di più manifestazioni è previsto per domenica, e sarà  una marcia da Grant Park al centro congressi McCormic k Place, dove i delegati della Nato svolgeranno il grosso delle loro attività .


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