Acea, la privatizzazione si allontana il Consiglio di Stato spiazza Alemanno

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. Dopo tre mesi di discussione in Campidoglio, tra risse, occupazioni e proteste infinite, ieri il secondo grado della giustizia amministrativa ha accolto il ricorso dell’opposizione che, nella seduta dell’11 giugno, dopo essere stata accusata dalla maggioranza di «ostruzionismo», si era vista accantonare circa 23.000 ordini del giorno presentati sulla delibera 32. Il Consiglio di Stato, invece, ha sanzionato quell’accelerazione voluta dal Pdl capitolino motivandola così: «Sotto il profilo della legittimazione ad agire, rientra nel diritto-potere del consigliere la pretesa di vedere trattato l’ordine del giorno secondo la scansione indicata dall’articolo 67 dello Statuto comunale », prima quindi del voto finale sulla delibera di riferimento. Per l’avvocato Gianluigi Pellegrino (che ha seguito il ricorso presentato dai consiglieri di opposizione Gemma Azuni, Gianluca Quadrana e Filippo Smedi-le), «sono state ristabilite le fondamentali regole democratiche su un passaggio fondamentale per l’economia e i servizi pubblici di Roma capitale. Ora Alemanno deve scegliere: o accantonare l’intera proposta oppure misurarsi nel merito con gli ordini del giorno».
Ormai, però, anche dopo la sentenza della Consulta che venerdì ha dichiarato incostituzionale l’articolo 4 del decreto 138, quello sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali, il destino della delibera pare segnato. Lo stesso Alemanno in un video pubblicato sul suo blog, se la prende col Consiglio di Stato che, con la sua ordinanza avrebbe “sottratto” ai romani 200 milioni di euro per gli investimenti e altri 20 per la spesa corrente. Tanto, secondo le intenzioni della giunta, la città  avrebbe ricavato dalla cessione del 21% delle quote di Acea alla Cassa depositi e prestiti e dalla costituzione di una maxiholding comunale insieme alle altre municipalizzate. «Con questa ordinanza — spiega Alemanno — avremo 200 milioni in meno per intervenire su marciapiedi, sulla manutenzione stradale, sulle metropolitane. Non ci possiamo lamentare che le metropolitane funzionano male o gli autobus sono scarsi se non ci sono soldi per gli investimenti o se mancano quelli per asili nido e servizi sociali».
E mentre l’opposizione invita il sindaco a dimettersi, Alemanno incassa la sconfitta e prova a rassicurare i suoi: «Noi andremo avanti e troveremo altre soluzioni ». Per adesso, però, in Campidoglio si passa a discutere il bilancio e sulla vendita di Acea cala il sipario.


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