Donne, la sfida di Najat “Fermiamo la prostituzione con le leggi europee”
PARIGI — A trentaquattro anni è il più giovane membro del governo Ayrault, di cui è portavoce. Ma Najat Vallaud- Belkacem è anche il simbolo di una generazione, di una Francia multietnica capace di integrare e di offrire una prospettiva ai figli dell’immigrazione.
Nata in Marocco, dove è vissuta fino all’età di cinque anni, è entrata in politica dieci anni fa. E’ uno dei “pulcini” scoperti da Ségolène Royal e valorizzati da Franà§ois Hollande, che le ha affidato il ministero delle Pari opportunità , ristabilito a pieno titolo per la prima volta dal 1986. Oggi è a Roma per la sua prima uscita internazionale.
Si torna a un ministero dei Diritti delle Donne: vuol dire che siamo ancora lontani dalla parità ?
«Secondo me è importante soprattutto perché questo governo vuol fare della parità un vero obiettivo. Spero che alla fine del mio mandato non venga in mente a nessuno di sopprimerlo».
L’uguaglianza uomo-donna è ancora così lontana?
«La società francese ha vissuto troppo a lungo sull’illusione di una parità , che è lungi dall’essere acquisita, basti a pensare alle differenze di remunerazione, pari al 25 per cento, ma anche ad altri fattori negativi che pesano sulle donne, come il part time, gli orari particolarmente difficili, la difficoltà ad accedere alle stesse remunera-
zioni degli uomini a causa delle interruzioni di carriera legate alla maternità ».
Ma quali mezzi ha concretamente per controllare?
«Le leggi ci sono, le sanzioni anche, ma la loro applicazione è spesso troppo complicata. Rivedremo i decreti e per tutte le nuove leggi esamineremo l’impatto sull’eguaglianza, pronti eventualmente a correggerle».
Ci sono anche donne che rivendicano il diritto di vendere il proprio corpo: è stata sorpresa dalle reazioni all’intervista in cui si è detta favorevole all’abolizione della prostituzione?
«So che è un tema scottante: appena si pronuncia la parola prostituzione, tutti vogliono dare il loro parere. E’ un tema su cui bisogna lavorare e la responsabile delle Pari opportunità
non può ignorarlo: l’80 per cento delle persone che si prostituiscono sono donne. Non ci si può limitare a dire che è il più vecchio mestiere del mondo, io mi occupo delle vittime: la Francia ha firmato testi internazionali in cui è scritto che la prostituzione va contro la dignità delle donne. Il problema sarà affrontato, metteremo gli specialisti attorno a un tavolo, valuteremo le diverse esperienze. E non dimentichiamo una cosa: le donne che si prostituiscono lo fanno spesso in seguito a una violenza. Dobbiamo trovare il modo di comunicare sul fatto che vendere il proprio corpo non è la normalità . In, passato, il tema è stato rinviato a fine mandato, io voglio occuparmene prima, voglio che si lotti contro la tratta delle donne, che si rispetti la nostra posizione abolizionista ».
Per tornare alla parità , non è più difficile essere donna e originaria dei paesi extra-comunitari? Lei ha avuto successo, ma quanti, uomini e donne, continuano a essere discriminati?
«Ho avuto la fortuna di vivere senza discriminazioni, ma il fenomeno esiste. Franà§ois Hollande ha voluto un governo che rende quasi naturale la rappresentazione della società francese e della sua diversità al livello della responsabilità politica. Lo sguardo dei francesi cambierà anche grazie a questo ».
Le leggi sul velo e sul burqa non saranno toccate?
«Il velo non dev’essere nelle scuole, oggi tutti lo ammettono. La lotta contro il burqa non ha niente a che vedere con la laicità , riguarda invece i diritti delle donne e l’uguaglianza fra i sessi. Il governo non ha nessuna intenzione di rimettere in discussione le due leggi».
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