Le città  Attacco agli sprechi dei Comuni scure su 5 mila società , via le poltrone

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La mannaia della spending review cala sulle società  partecipate dagli Enti locali. Non su quelle che si occupano di fornire servizi di utilità  ai cittadini, ma sulle roccaforti create per soddisfare logiche di spartizione dei partiti. Una vera e propria giungla: su un totale di circa 5mila società  nel mirino, ci sono aziende, consorzi, fondazioni, istituzioni che al pari di scarpe di cemento rischiano di far affogare gli enti locali a cui sono legati a doppio filo. Si tratta in particolare di creature, o meglio, mostri giuridici, dai bilanci costantemente in rosso: delle oltre 3mila spa o srl almeno un terzo ha depositato negli ultimi tre anni dei bilanci col segno meno. Una casta nella casta, che con l’applicazione del decreto subirà  ridimensionamenti, accorpamenti, fino a tagli secchi e definitivi che metteranno un freno a debiti per 34 miliardi, in crescita dell’11% tra 2008 e 2010.
Come recita l’articolo 4 del decreto «le società  controllate che abbiano conseguito nel 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore della P.a. superiore al 90%» potranno essere «sciolte entro il 31 dicembre 2013» o subire
«l’alienazione» entro il 30 giugno 2013. Se nessuna di queste strade dovesse essere percorsa il colpo d’ascia sarà  profondo e dal 1 gennaio 2014 le roccaforti dello spreco non potranno più ricevere affidamenti diretti di servizi «né potranno usufruire di rinnovi».
In ogni caso, l’intero pianeta delle aziende partecipate dovrà  provvedere ad una rigida cura dimagrante alla scadenza
degli attuali organi di amministrazione: i cda saranno infatti composti da non più di tre membri, due dei quali «dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e vigilanza» per risparmiare sui gettoni di presenza e stipendi. Unica concessione quella relativa al terzo membro, che svolgerà  le funzioni di amministratore delegato. Stop quindi
ai cda affollati e alla distribuzione di poltrone facili.
Anche i contratti, i servizi acquistati dalle partecipate, già  dal prossimo anno ricadranno sotto le procedure previste dalla normativa nazionale conforme alla disciplina comunitaria. La stretta proseguirà  sulle limitazioni previste per le assunzioni — pari a quelle già  in vigore nel resto delle amministrazioni — e i contratti a tempo determinato o contratti di collaborazione che saranno concessi «nel limite del 50% della spesa sostenuta per le rispettive finalità  nell’anno 2009». Tutti i compensi, tra l’altro, subiranno un blocco che si protrarrà  fino al 31 dicembre
2014.
Infine Regioni, Province e Comuni dovranno sopprimere o accorpare «riducendone in tal caso gli oneri in misura non inferiore al 20%, enti, agenzie e organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica». Entro marzo prossimo, gli stessi Enti locali che non avranno attuato la stretta si vedranno sopprimere d’autorità  società  e poltrone inutili ancora in vita.


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