Berlino dice no al tetto anti-spread e la Bundesbank attacca Draghi “Gravi rischi se acquista i bond”

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BERLINO — La Germania non ci sta, quindi il nuovo, sperato ‘bazooka’ della Banca centrale europea per combattere la crisi dei debiti sovrani nell’eurozona torna a traballare. Nello spazio d’un mattino, prima la Bundesbank, poi il governo federale hanno duramente criticato, rispettivamente, l’acquisto di bond da parte della Bce e l’ipotesi che la Eurotower agisca sui mercati e sulle quotazioni dei titoli sovrani in base a un tetto anti- spread, cioè a una differenza massima tollerabile tra gli interessi pressoché nulli dei Bund tedeschi e quelli ben alti di Btp italiani o Bonos spagnoli, differenza che una volta superata farebbe scattare gli interventi del futuro fondo salva-Stati Esm e della Bce stessa. «E’ un’idea altamente problematica», ha detto il governo. «L’acquisto di titoli può comportare notevoli rischi per la stabilità  monetaria», ha incalzato la Bundesbank. Così nel pomeriggio la Bce ha deciso di chiarire che sul “tetto” non è stata presa alcuna decisione: «E’assolutamente fuorviante speculare su decisioni che non sono state adottate, e che la Banca centrale non discuterà  né adotterà  prima della prossima seduta del suo board, in settembre», ha sottolineato una nota dell’Eurotower. Si sono spenti così, infranti sui muri dei no e degli avvertimenti del governo Merkel e della Bundesbank, ottimismi e speranze, sui mercati come nei vertici politici. E ridimensionata l’aspettativa di un deciso intervento della Banca centrale europea, si annunciano più difficili i consulti politici imminenti al massimo livello: domani il capo dell’Eurogruppo Juncker ad Atene, giovedì a Berlino il presidente francese Franà§ois Hollande in un summit d’emergenza con la cancelliera, seguito qui venerdì dal premier ellenico Samaras e il 29 dal vertice Merkel-Monti. «In linea puramente teorica e parlando in astratto – ha detto a Berlino Martin Kotthaus, uno dei portavoce del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble un simile strumento sarebbe ovviamente molto problematico, ma non siamo a conoscenza di piani che vadano in questa direzione». Da Francoforte, la Bundesbank ha ribadito sul bollettino mensile la sua opposizione ad acquisti di titoli sovrani da parte della Bce. Per i «notevoli rischi alla stabilità  monetaria », e perché «la decisione su un’eventuale più ampia condivisione dei rischi di solvibilità  deve essere ancorata alla politica finanziaria, e quindi riguarda i governi e i parlamenti, e non deve passare attraverso i bilanci della Banca centrale». A quel punto, la Banca centrale europea ha dovuto prendere posizione e chiarire: «E’ assolutamente fuorviante riportare una decisione che non è stata presa a livello individuale e che non è stata ancora nemmeno discussa dal Consiglio dei governatori, il quale agirà  solo in base al suo mandato». Sulla base delle preoccupazioni sollevate da recenti comunicati delle autorità  di governo, continua il portavoce, «è anche sbagliato speculare immaginando futuri interventi della Bce. La politica monetaria è indipendente e viene decisa rispettando strettamente il mandato dell’istituto». Dunque, al momento non si parla di fissare un tetto al rendimento dei titoli sovrani. A Berlino, in attesa della sentenza della Corte costituzionale sulla conformità  o meno del fondo salva-Stati Esm con la legge fondamentale tedesca, e del rapporto della Trojka (Ue, Bce, Fondo monetario) sulla Grecia, la linea rigorista sembra più forte. Sembra anche indicare la crescente tendenza a mollare Atene. La stessa Bundesbank ammette peraltro che l’economia tedesca «potrebbe risentire più significativamente dell’incertezza nell’eurozona» a partire dal terzo trimestre, ma la scelta della fermezza a ogni costo non cambia.


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