Eni riduce gli utili ma alza la cedola Scaroni: “Più forti con le cessioni”
MILANO — La trimestrale Eni a giugno compensa crescenti soddisfazioni dall’estrazione e produzione di idrocarburi con crescenti difficoltà da vendita di gas e raffinazione, che risentono della crisi in Europa. Ne risulta un utile netto tra marzo e giugno di 230 milioni, in calo di circa un miliardo dal secondo trimestre 2011. L’acconto sul dividendo, comunque, sale da 0,52 a 0,54 euro. Rettificati i numeri dal magazzino e da poste straordinarie, però, i dati sono in linea con le attese degli operatori: risultato operativo 4,24 miliardi (+14% dal giugno 2011 e 2% sotto le stime medie), utile netto 1,38 miliardi (come a giugno 2011 e 11% sotto le stime medie). L’ad Paolo Scaroni li dice «eccellenti, grazie alla forte crescita della produzione sostenuta dalla ripresa attività in Libia ». In una seduta fiacca Eni non s’è mossa (-0,24% a 16,80 euro). Sull’ultima riga dei conti pesano le divisioni Gas & Power (perdita operativa 369 milioni) e Refining & Marketing (perdita operativa 144 milioni). Due note dolenti da mesi, tanto che il calo della domanda e la pressione sui margini ha indotto a svalutare l’avviamento relativo a «mercato europeo del gas e impianti di raffinazione» per circa un miliardo. Migliora invece la divisione E&p, sempre più portante grazie alle recenti scoperte, e che al trimestre apporta 4,23 miliardi
(+10,8%), e un aumento del 4% di tasse. «Tre spunti forti, due positivi e uno no – ha detto Scaroni introducendo i numeri agli analisti – i positivi sono la crescita nell’upstream e le cessioni di Snam e Galp, che assicureranno la struttura finanziaria per sostenere, in qualunque fase di mercato, la robusta crescita a lungo termine». Poi: «Le condizioni dei business italiani ed europei di gas e raffinazione restano difficili per la debolezza del ciclo». La domanda di raffinazione nel primo semestre è caduta del 10%. Per arginare, proseguiranno tagli di costi e riduzioni temporanee di capacità , come a Gela.
Nel secondo trimestre la produzione di idrocarburi è salita a 1,647 milioni di barili equivalenti al giorno (+10,6%), specie per il riavvio degli impianti in Libia dopo la guerra civile e l’incremento dei giacimenti in Australia, Russia, Egitto. Proprio ieri Eni ha annunciato nuove scoperte nel campo marino Mamba, in Mozambico: «Almeno 282 miliardi di metri cubi di gas, che portano il potenziale scoperto a 1.974 miliardi di metri cubi». È dai giacimenti che Scaroni & C attendono le soddisfazioni: «Il dividendo 2012 sarà nell’area 1,08 euro, come promesso». E presto alla cedola si aggiungerà la ripresa del piano di buy back, approvato in assemblea dopo l’annullamento delle azioni legato alla cessione di Snam alla Cassa depositi.
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