Alcoa, due operai salgono su silo a 70 metri Passera: “Quasi impossibile trovare investitori”
ROMA – Nel giorno in cui Fiom-Cgil, la Fim-Cisl, la Uilm e le Rsu dell’Alcoa incontrano i leader di Pdl, Pd e Udc per discutere della vertenza dell’Alcoa di Portovesme, si inasprisce la protesta dei lavoratori: questa mattina due lavoratori dello stabilimento sardo con un gesto disperato sono saliti a 70 metri d’altezza su uno dei silos dell’impianto di Portovesme. “Siamo in contatto con loro – ha detto il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli – e al momento non hanno alcuna intenzione di venire giù. Hanno detto che andranno avanti a oltranza con la protesta”.
Il silo, senza manutenzione da tempo, è lo stesso su cui un gruppo di operai Alcoa mantenne un presidio di protesta per una decina di giorni nel novembre 2009, quando la multinazionale statunitense per la prima volta annunciò la fermata della fabbrica di alluminio di Portovesme. “Ma stavolta la situazione sul silo è ben più pericolosa rispetto ad allora”, riferisce Rino Barca della Cisl, che con gli altri colleghi sta cercando di convincere i due operai a scendere. “Senza manutenzione, i rischi sono alti”. Massimo Cara, un altro rappresentante sindacale, ha riferito che i due operai minacciano atti di autolesionismo se la multinazionale statunitense non arresterà le procedure di fermate delle celle elettrolitiche nello stabilimento.
Da domani fino a domenica 9 settembre verranno effettuate in Sardegna diverse iniziative di lotta per preparare la manifestazione a Roma di lunedì prossimo. Lo ha deciso l’assemblea dei lavoratori, riunita oggi in fabbrica dai delegati di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis e delle Rsu.
Alcoa: “Prosegue stop a impianto, ma deroga a 85 celle”. Il programma comunicato ai sindacati per la progressiva e controllata fermata dell’impianto di Portovesme ”è in vigore senza alcuna modifica, salvo la sospensione dell’applicazione del bypass dei terzi blocchi, con fermata istantanea di 85 celle, originariamente prevista per il 7 settembre ed ora posticipata alla prossima settimana” ha precisato l’Alcoa, in una nota, a proposito del raffreddamento delle procedure che porteranno al blocco dell’attività nello stabilimento sardo. ”Secondo le intese del 27 marzo 2012, non essendo stata formalizzata entro il 31 agosto alcuna lettera di intenti finalizzata alla vendita dello stabilimento, il programma di fermata – si legge nella nota – è stato avviato, con comunicazione formale al sindacato, il 1 settembre 2012”. La fermata delle 85 celle elettrolitiche slitterà in attesa dell’esito dei due incontri fissati a Roma al ministero dello Sviluppo economico: uno il 7 settembre con la multinazionale svizzera Glencore, potenziale acquirente della fabbrica, il secondo il 10 con i sindacati, la Regione, gli amministratori del territorio e la stessa Alcoa.
“Utile la notizia che c’è un rallentamento nello spegnimento delle celle e che non si è voluto forzare rispetto alla fermata degli impianti: ci auguriamo che sia dovuto agli accordi con i possibili acquirenti”, è stato il commento del segretario della Cgil, Susanna Camusso.
Passera: “Situazione quasi impossibile”. Per niente ottimista sulle sorti dell’Alcoa è apparso Corrado Passera: “Non ci sono stati dei veri impegni da parte di nessuno per possibili acquisizioni”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico intervenendo alla festa del Pd a Reggio Emilia. “Stiamo continuando e continueremo a cercare possibili compratori, ma non dobbiamo nasconderci che è una situazione quasi impossibile, di scarsissimo interesse per gli investitori”, ha aggiunto. La vicenda Alcoa non è chiusa, ”assolutamente no. Ho detto che la situazione è difficile e ad oggi non abbiamo un impegno, ancora, da parte di nessuno. Però avoriamo, lavoreremo e lavoreremo se necessario anche fino alla fine dell’anno e se necessario anche tutto
l’anno prossimo”.
Da Alfano sostegno ai lavoratori. ”Ai partiti di maggioranza abbiamo chiesto il massimo sostegno per scomodare tutti i soggetti di politica industriale e per dare una soluzione alla vertenza. Il tempo è scaduto e nelle prossime ore misureremo le capacità del governo Monti”. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha garantito “sostegno totale” ai lavoratori dell’Alcoa, ha riferito il rappresentante sindacale, che ha aggiunto che Alfano ha promesso “da subito” un intervento per sollecitare il ministro Corrado Passera sul problema del costo dell’energia che è al centro della vertenza. “Quello del segretario del Pdl è un sostegno appassionato – continua Bentivogli- e condivide il fatto che Alcoa riguarda il futuro strategico a livello industriale del nostro Paese”. ”Se davvero l’Italia vuole attrarre investitori internazionali la questione ineludibile è quella del contenimento dei costi dell’energia, condizione essenziale per garantire competitività ”, ha detto Alfano.
Le parole di Passera, però, hanno sorpreso i deputati Pdl Salvatore Cicu e Piero Testoni presenti, con Alfano, all’incontro con i sindacati. “Siamo increduli e perplessi per una dichiarazione almeno poco prudente da parte del ministro Passera chiamato a seguire col massimo impegno la vicenda Alcoa, una vicenda che non riguarda esclusivamente la situazione produttiva e occupazionale della Sardegna . E che sarà dunque emblematica per la sua soluzione o meno”.
Casini: “Occasione persa per incontro congiunto”. “Abbiamo incontrato una delegazione dell’Alcoa che avrebbe preferito avere un incontro con tutti e tre (Alfano, Bersani e Casini, ndr). Evidentemente qualcuno ha ritenuto più opportuno un incontro separato. Per me questa è un’occasione persa, sarebbe stato meglio, di fronte a una questione che riguarda il mondo del lavoro, dare una prova unitaria”. Così il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini dopo aver incontrato la delegazione di lavoratori Alcoa. “Quella del Sulcis è una situazione complicata, è lo specchio dei problemi del nostro Paese. Oltre al dramma economico esiste un dramma sociale. Il Sulcis, però, non può essere abbandonato”.
Bersani “Impegno massimo per scongiurare la chiusura”. “Abbiamo espresso solidarietà ai lavoratori e l’idea che la produzione di alluminio non possa finire così”. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a margine dell’incontro con la delegazione sindacale Alcoa. “Ci impegneremo – prosegue Bersani – per scongiurare la chiusura. Mi auguro che il confronto con parti sociali e governo si occupi di questi problemi”.
Le reazioni. “Le parole del ministro Passera ci lasciano sconcertati, soprattutto per il cinismo che le caratterizza, innanzitutto perché esse alludono alla condizione di centinaia di persone in carne ed ossa”, afferma il coordinatore regionale di Sel Sardegna, Michele Piras, in merito alla dichiarazione del Ministro dello Sviluppo economico. “Se la situazione è quella che ci viene spiegata – ha aggiunto – andrebbe anche ed immediatamente detto quale alternativa il governo sta pensando”. “Mi sembrano dichiarazioni infondate e avventate visto che la trattativa con Glencore è ancora aperta”, ha dichiarato l’assessore dell’Industria della Regione Sardegna, Alessandra Zedda.
A Roma il 10 settembre. La macchina organizzativa per la trasferta nella Capitale è già all’opera: i sindacati stanno cercando di portare a Roma almeno 500 operai dell’impianto di Portovesme accompagnati anche dagli amministratori, commercianti e cittadini comuni, che hanno già aderito alla mobilitazione di tutto il territorio. Nei prossimi giorni ci sarà anche un incontro con i sindaci per definire alcuni aspetti del viaggio dei lavoratori che dovrebbero partire sabato da Cagliari per Civitavecchia con ritorno da Olbia.
Riguardo la motivazione dello slittamento dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, i sindacati hanno riferito agli operai in assemblea che “è motivato dalla necessità di effettuare un approfondimento tecnico tra governo e Glencore venerdì 7 settembre e che, a fronte di una graduale fermata degli impianti, è stata data la disponibilità per posticipare la data della riunione”.
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