Pd e Idv contrari all’amnistia

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Il Partito democratico considera l’amnistia l’ultima ratio per risolvere l’emergenza carceraria. E così l’indulto. Nemmeno l’Italia dei valori voterebbe un provvedimento di clemenza, che definisce “immorale”.
Dopo l’appello del capo dello Stato ad accelerare i tempi per risolvere il sovraffollamento delle galere italiane, anche ricorrendo a leggi svuotacarceri, si è aperto il dibattito sulla strada da percorrere. Ma il tempo stringe: nelle 206 prigioni sul territorio ci sono 66.632 detenuti contro l’effettiva capienza di 45.742 posti complessivi. Lo spazio vitale è ridotto in media a 3 metri quadri, molto al di sotto di quella soglia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ritiene “una tortura”.
“Preferiamo continuare a lavorare su ipotesi che affrontino le cause strutturali del sovraffollamento carcerario e non su ipotesi eccezionali”, ha spiegato Andrea Orlando, il responsabile Giustizia del Pd. “Ci sono leggi che se approvate rapidamente possono diminuire la popolazione delle carceri in tempi ragionevoli”. Le ipotesi che i democratici indicano sono molteplici e prevedono tutte un percorso di reinserimento. Il primo è la “messa alla prova”. Come dice la parola stessa (dopo una sospensione della pena) prevede una “prova” per i condannati che, in collaborazione con i servizi socio-assistenziali degli enti locali, svolgono attività  rieducative. Poi c’è la depenalizzazione dei reati minori. Che non significa che un reato non sia più tale, bensì che passi dalla giustizia penale a quella amministrativa. Si tratta di illeciti del livello dell’ingiuria, gli schiamazzi notturni o le infrazioni penali del codice della strada. Questi reati non prevedono il carcere, ma se commessi in successione con un crimine principale creano una recidiva che condanna quindi alla pena detentiva. Tra le proposte del Pd anche l’abolizione della ex Cirielli e un ricorso più frequente ai domiciliari.
“L’EMERGENZA è strutturale e va affrontata in maniera complessiva” spiega la vice presidente dell’Anm, Anna Canepa. “L’amnistia o l’indulto sono ‘cerotti’ che creano ulteriori problemi e non risolvono la situazione”. Quali sono allora le alternative? “Un diritto penale mite – dice ancora Canepa – che permetta di svuotare le carceri che oggi sono disumane e non rieducano come dovrebbe succedere in un paese moderno e democratico”. A favore dell’amnistia la Cei, che lo considera strumento per un “possibile riscatto”, il Popolo della libertà  e anche il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, secondo il quale il provvedimento è ormai “necessario”. Il governo invece si pone a cavallo delle due posizioni: “Il mio pensiero non è molto lontano da quello del presidente della Repubblica” ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, anche se “il governo sta mettendo in piedi tutta una serie di interventi strutturali che non sono solo quelli del salva carceri di gennaio ma anche misure alternative alla detenzione che dovrebbero incidere stabilmente sul numero dei detenuti”.


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