Cieli bui, il paese di Monti
Una manovra da 11,6 miliardi, di cui 6,5 per evitare il nuovo aumento dell’Iva. Tagli pesanti per sanità e pubblico impiego. Lo stato blocca l’acquisto e l’affitto di immobili e automobili Non c’è niente da fare, i soldi che servono allo stato per la legge di stabilità 2013 non verranno per esempio dai grandi patrimoni ma dai soliti posti noti: la sanità pubblica innanzitutto, che dovrebbe subire un ulteriore taglio di 1,5 miliardi, dal pubblico impiego, con la scuola in prima linea, dagli enti locali. Siamo ancora al livello di indiscrezioni e bozze, ma questi sarebbero i tagli più pesanti contenuti nella bozza di legge di stabilità presentata alle parti sociali dal governo Monti. Inoltre ci sarebbe uno stop all’acquiosto e all’affitto di auto nuove (a esclusione per le forze dell’ordine), di immobili, di arredi.
«Non è una nuova manovra», ha detto il ministro dell’economia Vittorio Grilli, ma una manovra pesante sì. Secondo una tabella priva di riferimenti all’impatto degli interventi su deficit e fabbisogno, vale 11,6 miliardi ai fini della riduzione del saldo netto da finanziarie: 6,6 mld nel 2013, 4,1 mld nel 2014, 900 mln nel 2015. Per Grilli, servono 6,5 miliardi subito per non aumentare di nuovo l’Iva, che darebbe il colpo finale a un paese stremato: mentre il ministro parlava, l’Istat comunicava che il potere d’acquisto delle famiglie italiane è precipitato del 4,1% nell’ultimo anno. Nel conto dovrebbe essere stato recuperato, almeno sulla carta, il buco di circa 500 milioni provocato dalla bocciatura del Consiglio di stato dell’Imu per la Chiesa. Le nuove norme per il 2013 ci sono, ha assicurato Grilli.
Il goveno Monti ha avuto anche un tocco di creatività . Per risparmiare sull’energia, viene prevista l’«operazione cieli bui». «Per finalità – si legge nella bozza governativa – di contenimento della spesa pubblica, di risparmio di risorse energetiche, nonché di razionalizzazione ed ammodernamento delle fonti di illuminazione in ambienti pubblici», ci sarà meno illuminazione pubblica. Viene facile, ma è così: di fatto siamo già un paese al buio, mettendo insieme i dati della disoccupazione, dei consumi, della recessione.
Al termine dell’incontro con le parti sociali, Monti ha finto di aver visto un altro paese, ringraziando per «la discussione proficua». E si sarebbe detto «contento» che le parti sociali «siano vicine» ad un accordo sulla produttività , apprezzando il «clima di volontà dimostrata». «Il governo si è presentato senza indicare nessuno dei provvedimenti che intende attuare» e «alle domande non hanno risposto», ha detto invece il segretario della Cgil, Susanna Camusso dopo l’incontro a palazzo Chigi, definendo «miope» il modo in cui si sta muovendo l’esecutivo. In mattinata, Camusso aveva agitato la possibilità di indire uno sciopero generale se non avesse avuto «risposte» dal governo. «Ne parla la stampa», ha chiuso. Lo sciopero generale è stato indetto altrove: in Spagna e Portogallo.
L’elenco della spesa del governo è incompleto. Ecco comunque alcuni punti. Nella sanità , per l’acquisto di dispositivi medici il tetto di spesa scenderebbe dal 2013 dal 4,9 al 4 per cento e, a decorrere dal 2014, dal 4,8 al 3,9 per cento. Se il costo degli appalti, dal 2013 è ridotto al 10 per cento, è pesante la stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap. La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della pubblica amministrazione o per l’assistenza ai figli o al coniuge. Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili. Si mantiene invece la contribuzione figurativa.
Alla voce produttività , si legge che gli aumenti salariali aziendali dati «in relazione a incrementi di produttività , innovazione ed efficienza organizzativà » saranno tassati nel 2013 al 10% entro il limite di 3.000 euro lordi. E’ previsto uno stanziamento massimo di 1.670 milioni nel 2013 e 526 milioni nel 2014. Vengono aumentati di 1 miliardo, e passano da 1 a 2 miliardi, i tagli lineari previsti dalla prima spending review per le regioni a statuto speciale. L’articolo chiede un ulteriore risparmio di 500 milioni alle regioni a statuto speciale (e alle province di Trento e Bolzano) e riduce rispettivamente di 500 e 200 milioni le risorse del fondo perequativo di Sicilia e Sardegna nei confronti dei propri comuni e delle proprie province. Per la Tav ci sono invece nuovi investimenti, mentre per la rinuncia al berlusconiano Ponte di Messina sono stati stanziati 300 milioni per le penali previsto da quel contratto. Ma siamo solo all’inizio.
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