Gli anticorpi del Grillo

Loading

This guy, Beppe Grillo, sapete qual è il segreto del suo successo? «È riuscito a trovare il giusto compromesso tra la dimensione nazionale e quella locale, tra l’online e l’offline, tra le istanze dal basso e il controllo dall’alto». Così parlò Scott Heiferman, il fondatore di Meetup, il più grande sito al mondo per l’organizzazione dei gruppi, la piattaforma scelta da Grillo per il suo movimento nel 2006 seguendo l’esempio del democratico Usa Howard Dean, candidato nel 2004 alle primarie (vinte da John Kerry). Grillo è sempre il campione italiano di Meetup, «conta 61.375 membri in 481 gruppi, che significa più della metà  dei gruppi e più dell’87% dei membri nel vostro paese», spiegano dal quartier generale di New York. Proprio per questo gli sviluppatori di Heiferman non negano di essere in stretto contatto con Gianroberto Casaleggio, l’uomo che sta «al fianco», come dice lui, di Beppe Grillo e lo ha lanciato nella rete. «Ma nessun trattamento eccezionale – aggiungono subito gli americani – noi aiutiamo tutti». Eppure i numeri che muove Grillo meritano un’attenzione speciale: Meetup è una piattaforma proprietaria che si mantiene tassando gli organizzatori dei gruppi 144 dollari l’anno. Dagli amici di Grillo arriva un contributo niente male.
Accade però che a mettere in discussione le certezze di Heiferman su Grillo, la tenuta cioè di quel compromesso tra le istanze dal basso e il controllo dall’alto, siano adesso proprio i limiti all’architettura web progettata da Casaleggio. Una struttura di grande successo visto che il blog è stabilmente ai primi posti nelle classifiche mondiali dei più visitati; e di grande efficacia visto che sia il nome (il simbolo 5 stelle) che la cosa (il blog) restano stretti nelle mani del comico-proprietario. Ma la diffusione dei software aperti di «supporto decisionale» che annullano o almeno limitano i poteri di ultima istanza dei moderatori, ha fatto crescere le alternative al modello centralista che ha base a Milano, negli uffici della Casaleggio associati. Sono le nuove soluzioni di edemocracy ad aver fatto venir fuori il problema al quale Giovanni Favia ha dato (fuori onda) voce. La nascita di un dissenso interno al movimento carismatico sta passando per la proposta di nuovi strumenti web. Il software è il programma, è il messaggio.
Domenica per tutto il pomeriggio ne ha discusso a Ferrara il gruppo di Valentino Tavolazzi, il consigliere comunale che Grillo ha messo fuori dal movimento perché aveva organizzato un incontro non autorizzato (per lanciare la proposta di un nuovo simbolo, senza il nome del comico). Se doveva essere il lancio di una scissione è stato un fallimento: c’erano al massimo un centinaio di persone tra semplici attivisti e consiglieri comunali, quasi tutti intenzionati a restare nel movimento 5 stelle. È stato invece qualcosa di diverso, un incontro tecnico per diffondere tra i gruppi locali la conoscenza delle piattaforme alternative ai siti di Grillo. E oltre agli emiliani e ai romagnoli che sono lo zoccolo duro dei grillini, nella doppia versione ortodossi e eterodossi, c’erano friulani, toscani, marchigiani e siciliani. Altri hanno seguito in streaming la presentazione di diversi software di edemocracy, in particolare del già  famoso Liquid feedback e del nuovissimo Airesis, evoluzione di Agorà  2.0. «Questi strumenti possono essere utilizzati da tutto il movimento 5 stelle e possono diventare la soluzione ai nostri problemi. Se non a tutti, al 90%», spiega al termine Tavolazzi. Ne testerà  l’efficacia con la sua lista civica ferrarese, ormai fuori dalla rete di Grillo.
La scelta del mezzo determina la scelta degli interlocutori: Liquid feedback è lo strumento più potente messo a punto dal Partito dei Pirati tedeschi e dovrebbe costituire la testa di ponte dello sbarco in Italia dell’organizzazione, i cui primi rappresentanti erano l’altro ieri a Ferrara. La discussione ha preso la strada di un confronto non tanto sul merito delle questioni politiche (il programma dei pirati si riassume in un punto: difesa delle libertà  digitali) quanto sulle regole della democrazia in rete. I sostenitori dell’anonimato totale (Airesis) contro quelli dell’utente certificato (i pirati, che per l’iscrizione prevedono addirittura un incontro vis-à -vis e la firma di un documento). La democrazia diretta assoluta – uno vale sempre uno – contro la possibilità  di delegare interventi e voti agli utenti più esperti, anche questa una scelta dei pirati contro la «dittatura dei più attivi». E soprattutto la ricerca di un ambiente ostile ai trolls, le identità  false che inquinano la partecipazione in rete. Certezze poche, visto che un attivista del 5 stelle bolognese ha raccontato come il dibattito tra loro sul passaggio a Liquid feedback sia nato per l’insistenza di un profilo fake. E, d’altra parte, gli attivisti siciliani che Grillo porta ad esempio come pionieri di Liquid feedback rimasti però allineati e coperti con la linea del blog, hanno sì scelto candidati e programmi per le prossime regionali con votazioni uno-a-uno in rete. Poi però hanno portato tutto a Casaleggio per il via libera. GRILLO IN PRIMA SUL WASHINGTON POST «Assomiglia a Jerry Garcia, scherza come John Stewart e assicura che il mondo non ha nulla da temere dall’uomo più divertente d’Italia. E allora perché l’Europa teme quel terremoto politico che è Beppe Grillo?». È l’apertura dell’articolo che il Wp ha dedicato in prima pagina al fondatore del 5stelle. Grillo viene paragonato a Mussolini, ma il suo messaggio si avvicina piuttosto a quello del liberal americano Michael Moore, spiega il giornalista Anthony Faiola, che ha intervistato il diretto interessato. «Quello che sta succedendo – dice Grillo – è che il nostro movimento sta riempiendo uno spazio simile a quello dei nazisti in Germania o Le Pen in Francia. Ma non siamo per niente come loro. Siamo gente moderata e bellissima e siamo l’ultima cosa rimasta tra l’Italia e i veri estremisti».


Related Articles

Paolo Gentiloni, la Siria, lo Yemen, l’export bellico e i valori dell’Occidente

Loading

I valori dell’Occidente propugnati dal nostro presidente del consiglio uscente sono a geometria assai variabile. Al passo d’addio il nostro

Tre nomine nel governo Pd e Idv: come al mercato

Loading

Malumori anche nel Pdl. Costa: scelte difficili da difendere

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment