Il rimpasto del governo indiano
Manmohan Singh, il primo ministro indiano, ha cambiato 22 tra ministri e sottosegretari del suo governo: sono stati nominati sette nuovi ministri e quindici sottosegretari, tra cui quelli del petrolio, degli affari esteri e della giustizia. Il ministro degli Esteri, S.M. Krishna, 80 anni, si è dimesso venerdì scorso «per fare spazio ai più giovani», e altri cinque hanno fatto lo stesso. Tutti i ministri che sono stati sostituiti appartengono all’Indian National Congress (INC), il partito di Singh che guida la coalizione di governo.
Le nuove nomine sono state decise per rinnovare l’immagine del partito, in vista soprattutto delle elezioni politiche del 2014: dopo la sua rielezione nel 2009, il primo ministro e il suo partito sono stati accusati diverse volte di corruzione, uno dei problemi più gravi della vita pubblica del paese e al centro di numerosissimi scandali recenti.
Dopo la cerimonia di giuramento di oggi, Singh ha detto che questo è «probabilmente l’ultimo rimpasto di governo» fino alle prossime elezioni. Scrive Al Jazeera che Sonia Gandhi, il presidente del partito, avrebbe avuto molta influenza su questa decisione. Sonia Gandhi ha detto anche che il partito sarà rinnovato nei prossimi anni da Rahul Gandhi, appartenente alla dinastia Nehru-Gandhi, che però si è rifiutato di entrare nel governo con le ultime nomine.
Foto: Manmohan Singh (DIBYANGSHU SARKAR/AFP/GettyImages)
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