Yoani Sà¡nchez libera, dissidenza spaccata

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Attraverso Twitter (pagato dall’estero) e sulle colonne del quotidiano spagnolo El Paà­s , la pluripremiata blogger ha potuto rinverdire l’immagine di un’eroina che si batte come un piccolo David mediatico contro un potere assoluto, oscurantista e repressivo. Ha raccontato di violenze psicologiche e fisiche – che difficilmente si tramuteranno in una denuncia con relativo certificato medico- e di una sorta di sciopero della fame e della sete protratto per le 30 ore di fermo. Ma il racconto fatto dalla Sà¡nchez al Paà­s contiene elementi ben più pesanti: in pratica l’implicita accusa alle autorità  di aver estorto a Carromero la dichiarazione presentata al tribunale di Bayamo che l’ha giudicato venerdì. Il dirigente giovanile del Partito popolare spagnolo, infatti ha ribadito che, quello occorso alla fine di luglio e che è costato la morte di due oppositori cubani, Payà¡ e Cepero , è stato un incidente d’auto causato da un tratto di strada dissestato. Carromero dunque ha smentito che l’auto che stava guidando, prima di uscire di strada e schiantarsi contro un albero, fosse stata tamponata da un veicolo (suppostamente della polizia segreta, come ipotizzato dalla figlia di Payà¡ e ampiamente sostenuto dalla stessa Sà¡nchez). La versione dello spagnolo è stata confermata (in video) dallo svedese Modig – che sedeva a lato di Carromero e uscì dall’incidente con lievi ferite e fu autorizzato a tornare in patria. Le accuse della bloguera non hanno alcun sostegno fattuale, ma si basano sulle sue sensazioni personali, sui maltrattamenti che avrebbe ricevuto e sulle «terribili» pressioni psicologiche subite. Terreno fertile per proseguire una campagna contro il governo cubano che, per primo, danneggia Carromero, il quale, dopo aver mostrato il suo dolore nei confronti dei parenti dei due oppositori morti nell’incidente, ha implorato «la comunità  internazionale affinché non usi l’incidente (d’auto) con fini politici». Lo spagnolo rischia una condanna a sette anni per omicidio colposo. La sentenza sarà  comunicata nei prossimi giorni, ma, sempre che il suo non venga usato come caso politico, potrebbe essere espulso in Spagna. Le dichiarazioni della Sà¡nchez e della figlia di Payà¡ porteranno anche ad approfondire la frattura interna alla dissidenza cubana, con quei settori che non approvano l’esibizionismo della bloguera (peraltro alimentato dall’insensata decisione del governo cubano di negarle il permesso di uscita da Cuba per poter ricevere i numerosi premi e riconoscimenti tributati al suo blog) e soprattutto renderanno ancora più freddi i rapporti con gran parte del vertice della Chiesa cattolica, impegnato in un dialogo col presidente Raàºl Castro e col governo per l’attuazione della riforma del socialismo cubano.


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