Decifrato il computer del mediatore “Nei file le tangenti Finmeccanica”

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BUSTO ARSIZIO — Pensava di avere cancellato tutto, di avere sepolto ogni traccia sui grandi affari milionari per conto di Finmeccanica. Aveva triturato e nascosto documenti e “ripulito” tutti i suoi computer. Si sentiva tranquillo Guido Ralph Haschke, il mediatore italo svizzero che si era occupato della vendita di 12 elicotteri (una commessa da 556 milioni di euro) al governo indiano per conto di Finmeccanica. La procura di Busto Arsizio ha recuperato l’hard disk dei computer di Haschke dove l’intermediario aveva registrato tutta la storia relativa alla vendita degli elicotteri e altri business.
Documenti e file che adesso sono sul tavolo del procuratore di Busto Arsizio, Eugenio Fusco, che sta tentando di ricostruire eventuali responsabilità  e ruoli dei protagonisti di questo “affaire”, primo fra tutti quello di Giuseppe Orsi, presidente e ad di Finmeccanica indagato per corruzione internazionale e istigazione alla corruzione. Insomma, il destino di Orsi è affidato proprio alla lettura di quei documenti trovati in una valigia che Haschke aveva nascosto in casa della madre e in quei file ritrovati nei suoi computer che lui pensava di avere resettato e cancellato.
«È un vero e proprio vaso di Pandora», sostiene chi indaga, «dentro quella valigia e in quei file c’è un mare magnum di affari internazionali, compresi quelli di Finmeccanica».
I file che in queste ore sono all’attenzione di magistrati e investigatori sono in particolare quelli che portano i nomi di Anaconda Elvetica e Mangusta, file già  estratti e che contengono un centinaio di “pdf” dove Haschke aveva annotato ogni passaggio delle sue intermediazioni, dei suoi appuntamenti, dei suoi incontri con gli intermediari indiani, anche in Italia e a Lugano subito dopo che l’inchiesta su Finmeccanica finì sui giornali, che avrebbero favorito l’acquisto del governo di Delhi dei 12 elicotteri da Agusta Westland, la società  controllata da Finmeccanica e che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe pagato una tangente (sempre smentita da Orsi e dagli altri vertici di Finmeccanica) di 51 milioni di euro. Haschke non avrebbe mai immaginato che il lavoro di “ripulitura” dei suoi computer sarebbe stato inutile. Pensava e sosteneva che mai gli investigatori italiani, sia la procura di Napoli che indaga su altri filoni che quella di Busto Arsizio (che indaga su Orsi, Bruno Spagnolini suo successore ad Agusta Westland e due consulenti di Finmeccanica sospettati di aver effettuato materialmente il pagamento delle tangenti a pubblici ufficiali indiani, Attilio Garavaglia, Luciano Fava e Guido Ralph Haschke, il suo socio, Carlo Gerosa e Cristian Mitchell) sarebbero riusciti a mettere le mani sulla sua documentazione segreta.
E che questi documenti e file ritrovati siano molto importanti per le indagini lo conferma lo stesso Haschke in un’intercettazione ambientale in cui il mediatore svizzero parla con il suo socio Carlo Gerosa dopo che nel febbraio scorso sui giornali erano state pubblicate notizie sull’inchiesta del pm napoletano Woodcock su Finmeccanica.
Diceva Haschke a Gerosa: «Loro (investigatori e magistrati di Napoli, ndr) molto probabilmente non hanno nulla in mano, penso che vogliano ridurre il nostro livello di vigilanza, se perquisiscono uno degli uffici e trovano qualcosa… Ma noi stiamo mantenendo alto il livello di allerta, ho ripulito ogni singolo pezzo di carta dal mio ufficio, ho ripulito completamente il computer, in realtà  lo sai quello che ho fatto? Ho rimosso il vecchio computer che avevo e ne ho preso un altro dove non c’è nulla, quindi anche se verificano i dati cancellati non troveranno niente e ora sto cancellando tutte le mail passate dal server in ufficio… ». Ma i file sono stati tutti recuperati


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