I giudici rompono i piatti

Loading

SESTO FIORENTINO. Decreto di fallimento. Occupazione operaia dell’area dello stabilimento. Sesto Fiorentino di nuovo con il fiato sospeso per il destino di un’azienda famosa in tutto il mondo. Non c’è pace per la Richard Ginori. Il Tribunale di Firenze ha bocciato il piano di salvataggio presentato dal collegio dei liquidatori per la storica fabbrica di ceramiche e porcellane artistiche. Così ha deciso di non ammettere la Ginori al concordato preventivo, segnandone il fallimento. «C’è una intrinseca incertezza del piano – scrive con durezza il tribunale – in ordine al verificarsi dei due principali eventi su cui si basa». Dunque i giudici non hanno ritenuto percorribile il progetto di affitto dell’azienda, e successiva cessione, per 13 milioni di euro alla cordata Lenox-Apulum, che aveva vinto l’asta indetta dai commissari liquidatori con un piano per la riassunzione di 280 lavoratori su 314. Giudicata di difficile realizzazione anche la prevista cessione del Museo artistico di Doccia della Richard Ginori allo Stato secondo la legge Guttuso, per ricavare 23 milioni su cui compensare un debito tributario di 16.
In definitiva il decreto ha smontato pezzo per pezzo il lavoro dei liquidatori. «Purtroppo si riparte da capo – è il giudizio di Bernardo Marasco che guida la Filctem Cgil fiorentina – e qualcosa è andato storto, se per tutta l’estate siamo stati dietro a tavoli di discussione in cui si diceva che che il concordato avrebbe soddisfatto il 70% dei crediti chirografari. Sembra chiaro che sono ancora una volta i lavoratori a rischiare di pagare una situazione di cui non hanno responsabilità . La priorità  resta quella di dare continuità  all’azienda, e di farla ripartire al più presto. Richard Ginori è famosa in tutto il mondo e continua ad avere mercato».
Alla durezza del tribunale fa da contraltare la disperazione tangibile dei 314 lavoratori della Ginori, attualmente cassintegrati per cessazione di attività . Un centinaio di loro erano in presidio davanti al palazzo di giustizia per attendere la decisione, poi sono partiti in corteo di protesta davanti alle sedi del consiglio e della giunta regionale, dove a una delegazione di lavoratori la Regione ha assicurato tutto il suo impegno: «La presenza di Ginori sul territorio è strategica per l’economia dell’intera regione». Infine il ritorno a Sesto Fiorentino dove, dopo un’affollata assemblea in sala mensa, è stata decisa l’occupazione del piazzale dello stabilimento. «Stanno uccidendo 314 famiglie, quando c’era una cordata composta da Lenox e Apulum pronta a rilevare l’azienda e farla ripartire – ha ribadito Giovanni Nencini dei Cobas – due società  importanti pronte a investire immediatamente, e già  con decine di milioni di euro di ordini pronti da evadere».
I giudici hanno nominato curatore fallimentare Andrea Spignoli, che tre mesi fa era diventato consulente tecnico d’ufficio per il caso Ginori. Professionista di grande esperienza, Spignoli è apprezzato dall’ormai ex presidente del collegio dei liquidatori Marco Milanesio: «Conosce la situazione, ha preso parte ad alcuni incontri con i sindacati e i soggetti che erano interessati a rilevare l’azienda. Darò la massima collaborazione per cercare di portare a termine il lavoro che il collegio dei liquidatori aveva iniziato, mi auguro che si possa verificare la continuità  aziendale».
La decisione del tribunale non aiuta certo, anche quando i giudici indicano circa 80 milioni di poste passive, con oltre 30 milioni per i creditori chirografari, contro un attivo stimato in 50 milioni. In questo contesto torna a farsi sentire la piemontese Sambonet, che aveva perso l’asta dopo aver offerto 7 milioni e un piano industriale che prevedeva di mantenere in organico solo 130 lavoratori, quelli impegnati nelle decorazioni artistiche: «Attendiamo di parlare con il curatore fallimentare – fa sapere Pierluigi Coppo – per manifestare la nostra disponibilità  a riconsiderare l’acquisizione di Ginori».


Related Articles

ALITALIA Catalogo di un lungo fallimento

Loading

Mi sono laureato molti decenni fa, a Roma. Nello stesso periodo lo ha fatto un mio amico che, qualche settimana dopo l’evento, ricevette una lettera dell’Alitalia che lo invitava a un colloquio di assunzione. Entrò molto contento nei ranghi della compagnia. Non sapeva cosa lo stava aspettando.

Il terremoto delle banche e il salvataggio pubblico

Loading

Un Paese in netta difficoltà e sempre più indebitato con le banche: il 28,7% delle famiglie ha avuto la necessità di chiedere un prestito bancario nel corso degli ultimi tre anni

La Germania sotto assedio

Loading

La Casa Bianca insiste: «L’Europa deve fare di più». E ora per salvare le banche spagnole, aiuti per almeno 60 miliardi di euro

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment