Politici, scatta l’obbligo di pubblicare il patrimonio

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ROMA — Obbligo di pubblicità  per i patrimoni dei politici, compresi i parenti entro il secondo grado e stop agli stipendi in caso l’incarico conferito da una Pubblica amministrazione, ad esempio ad un esterno, non sia stato regolarmente pubblicizzato. Cioè pubblicato online sul sito dell’amministrazione. E lo stesso vale per le gare se i relativi bandi non potevano essere conosciuti da tutti.
Accelerando sulla tabella di marcia, perché le elezioni sono ormai alle porte, il governo ha deciso ieri, in Consiglio dei ministri, di approvare un decreto legislativo in attuazione della delega contenuta nella legge anticorruzione approvata nel novembre dello scorso anno. Ora la parola passa al garante per la privacy e alla conferenza unificata Stato Regioni. Poi le norme saranno operative.
Lo schema di decreto legislativo in materia di pubblicità , trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Pubblica amministrazione — spiega la relazione illustrativa — costituisce «un elemento essenziale della politica del Governo in tema di lotta alla corruzione e alla illegalità ». Si sottolinea che, in attuazione della delega contenuta nella recente legge anticorruzione, i tempi «sono stati rapidissimi». E, si spiega, determinerà  «un’accessibilità  totale delle informazioni su ogni aspetto dell’organizzazione e dell’attività  amministrativa».
Tra le norme più significative, l’istituzione dell’obbligo di pubblicità  delle situazioni patrimoniali di politici e parenti entro il secondo grado. I documenti e le informazioni saranno oggetto di pubblicazione obbligatoria, dovranno essere disponibili in «formato aperto» ed essere «conosciuti, fruiti gratuitamente, utilizzati e riutilizzati da parte di chiunque». L’obbligo di pubblicità  riguarda anche i procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche.
Per rendere agevole l’accesso ai documenti e ai dati oggetto di pubblicazione i siti istituzionali delle Pubbliche amministrazioni provvederanno a istituire ad una apposita sezione denominata «Amministrazione trasparente». Inoltre si riorganizzeranno in modo organico e completo le sanzioni e le responsabilità  a carico dei funzionari per il mancato, ritardato o inesatto adempimento degli obblighi di pubblicazione.


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