Al via le «Quirinarie» Gabanelli e Strada avanti in classifica

Loading

ROMA — La società  che valuta e certifica la procedura di voto è «una delle più importanti del mondo in questo settore», dice Roberto Fico. Ma non è dato saperne il nome: «Lo riveleremo lunedì». Nello stesso giorno si conoscerà  la consistenza del corpo elettorale, forse 250 mila persone. Quel che è certo è che a «scrutinare» i voti — si fa per dire, perché si tratta di un software informatico — sarà  la Casaleggio Associati. E se Casaleggio fosse tra i magnifici dieci, da votare al secondo turno delle «Quirinarie» del Movimento 5 Stelle? Non accadrà , rispondono tutti in coro, scongiurando un conflitto d’interesse piuttosto evidente. E se ci fossero dei voti dubbi o contestati, chi deciderà  e in base a quali criteri? Non si sa. Ma il Movimento preferisce accantonare le ombre di una trasparenza un po’ opaca, per rivendicare una primogenitura, come fa Vito Crimi: «È la prima volta nella storia d’Italia e forse del mondo, che una forza politica interpella online i suoi sostenitori per scegliere un capo dello Stato». Beppe Grillo coglie l’occasione per attaccare gli altri partiti: «La coppia Bed & Breakfast, Bersani e Berlusconi, decide nelle segrete stanze il Presidente dell’inciucio, escludendo di fatto ogni partecipazione popolare, mentre il M5S avvia una consultazione pubblica e democratica attraverso i suoi iscritti. Chi tra i due ha “un deficit di democrazia interna”?».
L’alto tasso di «democrazia interna» comporta qualche rischio. Perché gli elettori potrebbero scegliere un impresentabile, un nome debole o sgradito a vertici e «cittadini» parlamentari. Adriano Zaccagnini un po’ scherza e un po’ no quando gli si fa il nome di Emma Bonino: «No, guarda, se vince la Bonino me ne esco dai 5 Stelle». Zaccagnini, del resto, ha delle idee che non sempre collimano con quelle degli altri. Per esempio voterà  Stefano Rodotà , nonostante i trascorsi da deputato del Pci. E pensa che alla quarta votazione, se ci fosse un buon candidato del Pd si potrebbe anche spostare i voti dal candidato di bandiera. Roberto Fico sorride, tra l’ironico e il seccato: «No comment. Però escludo che si possa votare un candidato diverso da quello scelto in rete». In testa, i nomi di Milena Gabanelli e Gino Strada, ma ci sarebbe anche lo stesso Grillo. Più in sordina magistrati e giuristi (Imposimato, Di Matteo, Zagrebelsky), molto amati dai parlamentari del Pd.
Ieri il Movimento ha «occupato» la sala del Mappamondo, per segnalare la mancata partenza delle commissioni. Ma nella stessa giornata Grillo ha risposto finalmente alla domanda sulle spese dello Tsunami Tour. Spiegando che è stato finanziato dalla microdonazione di 27.943 cittadini: soldi raccolti sono stati 774.208,05 euro, quelli spesi 348.506,49. La differenza, ha spiegato, andrà  in beneficienza ai terremotati. Tutto chiaro? No, secondo la Casa della Legalità , ente antimafia di Genova, il cui presidente, Christian Abbondanza è stato più volte minacciato dalla ‘ndrangheta. In un post si legge che il rendiconto è «falso», perché «oltre alle spese indicate da Grillo ci sono tutte le spese sostenute a livello locale per la campagna elettorale e non sono indicate neanche le entrate locali».


Related Articles

Cosa insegna alla politica la rinuncia di Ratzinger

Loading

LA DECISIONE di Benedetto XVI deve essere considerata con estrema attenzione da chiunque abbia a cuore le sorti politiche dell’umanità .
Compiendo il “gran rifiuto”, egli ha dato prova non di viltà , come Dante scrisse forse ingiustamente di Celestino V, ma di un coraggio, che acquista oggi un senso e un valore esemplari.

L’imprenditore e «Farfallino» Così è partita l’inchiesta

Loading

MILANO — Due grandi accusatori e un principale accusato. Gli accusatori: l’imprenditore di 59 anni Piero Di Caterina, proprietario di 15 aziende tra le quali la Caronte attiva nel trasporto pubblico, e il costruttore di 81 anni Giuseppe Pasini. L’accusato: Filippo Penati, 58 anni, politico ex di tanti incarichi.

“Pensioni, sulla contingenza si può cambiare”

Loading

 Fornero: però a saldi invariati. E in tv scherza con Crozza sulle lacrime. Il comico: “Ministro, ce la facciamo una bella frignata”. E lei: “Ci provo”. Nel complesso la manovra è equa anche se, è amaro ammetterlo, impone sacrifici alla generazione presente. Ma lo fa per riequilibrare in favore delle generazioni future 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment