L’Europa promuove il mare italiano “Acque pulite in nove spiagge su dieci”

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SEMPRE più pulito, sempre meno attraente. Povero mare nostro: mai stato così baciato da bandiere blu e targhette d’eccellenza, eppure diventa ogni anno più incapace di attirare i turisti stranieri. Secondo uno studio dell’Agenzia europea per l’Ambiente, l’85 per cento delle spiagge italiane ha acque di qualità “eccellente”, ben al di sopra della media europea, ferma al 78%. Ottimo, ma a quanto pare decisamente insufficiente: secondo uno dei principali network mondiali di vacanze online, il motore di ricerca Trivago, in un solo anno l’Italia ha smarrito per strada il 10 per cento di turisti stranieri. Quando entrano in modalità “ferie” e si mettono a caccia di vacanze, preferiscono dirigere la prua in Grecia (+12 per cento quest’anno) o trasferire pinne e gommoni nella più economica e accogliente Spagna.
C’è poco da fare: siamo sempre più autorevolmente relegati a essere «l’alternativa costosa alle spiagge spagnole», spiegano a Trivago mostrando il loro indice Thpi che analizza i prezzi medi di una camera doppia sulle 160 agenzie di viaggio che il sito consulta: «La Spagna offre strutture al mare su una media attorno a 100 euro a notte mentre l’Italia non scende mai sotto i 140, in estate». Il guaio è che mentre azzanniamo i turisti al portafogli ci scordiamo di installare l’aria condizionata, di realizzare posti auto e di offrire una connessione wi-fi decente, magari gratuita, e un tuffo in piscina. Perché è sui servizi che perdiamo la partita della concorrenza.
Un vero peccato, visto che le nostre acque sono sempre più blu: se Cipro e Lussemburgo sono in vetta alla classifica dell’Agenzia europea per l’Ambiente, l’Italia con le sue acque di balneazione precede la Spagna, che si ferma all’83 per cento di spiagge eccellenti, e soprattutto continua a migliorare. Ma mentre affoghiamo nella crisi e proviamo a tirarci su il morale ricordandoci che ci basterebbe sfruttare meglio il turismo, in realtà precipitiamo di errore in errore: «L’Italia è posizionata su un segmento mare d’élite, simile alla Francia – spiega Trivago – ma è congestionata nei mesi estivi, mentre la Spagna vende molto online e destagionalizza meglio il mare: sulla disponibilità attuale, per esempio, le località principali italiane come Lido di Jesolo, Riccione, Capri, Forte dei Marmi e Alassio (in forte ascesa) non hanno camere disponibili per la pressione della domanda italiana. In Spagna la stagione turistica invece inizia prima ed è distribuita meglio: chi cerca troverà in catalogo prezzi ben più bassi. A luglio e agosto, in Italia il mare è inaccessibile».
Irraggiungibile ma anche straordinariamente inospitale, al confronto con le sorelle europee: Lloret del mar, considerata la Rimini spagnola, offre quaranta hotel con piscina su cento mentre il suo alter ego romagnolo, la più popolare meta turistica italiana, ne ha solo sei, su cento. E anche l’offerta di wi-fi è superiore. A Forte dei Marmi, dove una camera doppia media oggi costa 303 euro secondo l’indice Thpi, solo il 24 per cento degli alberghi censiti da Trivago ha il wi-fi e il 43 per cento la piscina: difficile reggere la concorrenza di Corfù, che con una media per stanza di 103 euro ha quasi il doppio degli alberghi con il wi-fi e il 64 per cento con piscina. E sogneremo pure di sederci su un segmento d’élite come la Francia, ma oltralpe il 52 per cento degli alberghi offre la connessione mentre in Italia ci fermiamo al 32 per cento, e sopravvivere all’afa estiva è più semplice negli alberghi greci: lì l’86 per cento delle camere ha l’aria condizionata, in Italia sono quasi la metà.
Se pensiamo di consolarci con le città d’arte, e con la forza di Roma rispetto alle altre metropoli… beh, meglio cambiare argomento: la Capitale è tra le mete più richieste, certo, ma per tedeschi, francesi e inglesi viene sempre dopo Londra, Parigi e Barcellona.


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