Verdi e gauche all’assalto di Hollande “Ormai è il presidente dei padroni”

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PARIGI — Presidente dei padroni, scarsamente ecologista e magari guerrafondaio: se il disamore tra i francesi e François Hollande è ormai di vecchia data, quello con una parte della sinistra è cronaca di questi giorni. Contestato a destra e all’estrema sinistra per la gestione della crisi siriana, adesso anche la sua politica interna suscita le ire di una parte della gauche.
A interpretarle sono le prime pagine di Libération, che accusa il presidente di aver abbandonato il suo programma di sinistra per una politica classicamente social- liberale e di aver tradito gli ideali dell’ecologia. E sono proprio i Verdi in prima linea nella battaglia politica: di fronte al rifiuto del governo di tassare le auto diesel, gli ecologisti minacciano di lasciare governo e maggioranza. L’autunno si annuncia infido e il 2014 pericoloso: le elezioni comunali di marzo e le europee di fine maggio rischiano di trasformarsi in una disfatta per i socialisti e in un trionfo per Marine Le Pen. A contrastare la tendenza servirà a ben poco il dirigismo economico dimostrato ieri con la presentazione di 34 progetti industriali per il futuro, commentata dalla stampa con molto scetticismo.
Il candidato che accusava la finanza di essere il suo grande nemico, che arringava le folle contro i ricchi e annunciava di voler ricreare «il sogno francese » ha lasciato il posto a un presidente pragmatico. E come tanti suoi predecessori, Hollande ha cambiato linea senza spiegarsi: la sua impopolarità, confermata dagli ultimi sondaggi, nasce anche da questa sua incapacità a far capire la coerenza della strategia. Durante i primi mesi all’Eliseo, Hollande si è reso conto che il vero problema dell’economia francese è la competività delle imprese. Una diagnosi che in genere non piace a sinistra, perché implica una soluzione obbligata, cioè un aumento della produttività e una riduzione del costo del lavoro. E da qualche mese le sue misure vanno tutte nella stessa direzione: controllo del deficit pubblico, sgravi alle aziende, riduzione dell’imposta sulle società, rifiuto di imporre un tetto agli stipendi dei manager del settore privato. La Finanziaria 2014, che sarà varata il 25 settembre, codificherà la svolta: gli sconti alle imprese saranno pagati dalle famiglie.
Sul fronte ecologico, il clima rischia di farsi ancor più incandescente: per i Verdi, la tassa sul diesel, che ogni anno provoca la morte di migliaia di persone, è un impegno imprescindibile. Ma il governo tentenna: non vuole penalizzare i costruttori transalpini e nemmeno le classi popolari (il diesel rappresenta il 60% del parco automobilistico). Poco incline alle scelte drastiche e portato invece a mediare fra le varie correnti della
gauche (social-liberali, ecologisti, keynesiani, massimalisti), Hollande ha finito per scontentare tutti.


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