BlackRock precisa, Telecom continua a volare

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Su richiesta della Consob il colosso americano che gestisce 3.800 miliardi di dollari ha «rettificato» ieri sera quanto ha indicato alla Sec (l’authority americana) il 10 dicembre: la partecipazione detenuta in Telecom Italia è pari al 9,97%, incluso il prestito convertendo, e non al 10,14%. Una correzione rilevante, nonostante la differenza fra le due quote sia limitata: come precisa lo stesso superfondo, la segnalazione alla Sec è dovuta al superamento della soglia del 10%, passo che in realtà non c’è stato.
E c’è stato bisogno di una intera giornata perché BlackRock ammettesse il proprio errore: nella nota serale precisa che nel calcolare la percentuale detenuta il 29 novembre «non ha considerato» nel capitale di Telecom «le azioni sottostanti al bond convertibile» «così sovrastimando inavvertitamente la propria percentuale di partecipazione». Senza «tale omissione involontaria, la comunicazione alla Sec non sarebbe stata necessaria e pertanto non sarebbe stata effettuata». In mattinata il fondo aveva reso noto di detenere il 7,789% delle azioni con diritto di voto (compresa una piccola quota di Adr) e di aver registrato ai fini dell’assemblea del 20 dicembre sulla revoca del board 769,7 milioni di titoli, pari al 5,7%. Nella nota sottolineava quindi di non aver segnalato a Telecom e Consob il superamento della soglia del 10% in quanto «non deteneva né detiene azioni con diritto di voto o una posizione lunga complessiva che impongano tale comunicazioni». Per la nostra authority, veniva aggiunto, «per tali obblighi rilevano unicamente i titoli emessi e sottoscritti», invece l’1,63% relativo al convertendo attiene ad azioni «la cui emissione non è stata ancora deliberata».
Poi la correzione finale: il 10% in realtà BlackRock non l’ha proprio raggiunto. Ma per «errore» lo ha segnalato alla Sec. Un «incidente» che verosimilmente rafforza l’attenzione della Consob, il cui presidente Giuseppe Vegas nei giorni scorsi ha ipotizzato sulle mosse del superfondo Usa una «manipolazione informativa». Certo è che il mercato, come si vede dal balzo del titolo, si è subito mosso in modo speculativo, tanto più che fra l’altro il superamento del 10% in Telecom fa decadere il divieto per Telefonica di acquistare il titolo sul mercato. E del resto per BlackRock si tratta del terzo «incidente»: nel dicembre 2011 dichiara una riduzione di quota in Unicredit e, nel giro di un mese, con aumento di capitale in corso, conferma la posizione precedente; nel gennaio di quest’anno mette in vendita il 2,3% di Saipem poche ore prima il profit warning lanciato dalla società.
Nel frattempo la Findim di Marco Fossati, che ha proposto la revoca del consiglio di Telecom, in vista dell’assemblea di venerdì ha proposto, per integrare il board nel caso appunto fosse approvato il «colpo di spugna», cinque nomi: Vito Gamberale, ex Stet, Sip e Tim e attualmente alla guida di F2i, il fondo di Cdp dedicato ai principali settori infrastrutturali che ha rilevato Metroweb, l’altra rete di fibra, Franco Lombardi, presidente di Asati, Alessandro Castellano, Girolamo Di Genova e Daniela Mainini.
Sergio Bocconi


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