Lite sugli affitti d’oro, arriva il Milleproroghe

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ROMA — Il governo pone la fiducia sul decreto legge cosiddetto salva Roma. Una norma omnibus, nella peggiore delle tradizioni natalizie della politica italiana, che su pressioni localistiche e di lobby ospita disposizioni tra le più varie, alcune contestatissime. Quella paradossale sul gioco d’azzardo che diminuiva gli stanziamenti dei comuni che più lo combattono è stata cancellata ieri in aula dopo una dura battaglia del Movimento 5 Stelle che rivendica di essere riuscito a far eliminare anche l’articolo che consentiva la privatizzazione dell’acqua a Roma.
Ma è sul caso degli affitti d’oro pagati dagli enti pubblici, che i grillini avevano proposto di disdettare, che si è acceso ieri uno scontro dagli esiti imprevedibili.
Con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, che ha promesso di reinserire quella norma che consente di stracciare i contratti d’oro, nel decreto Milleproroghe per riparare al brutto incidente di percorso che ieri ha fatto salire la tensione in aula. Fino a far agitare al leghista, Gianluca Bonanno, un simil-forcone.
Cosa è accaduto? A un’attenta rilettura del testo della legge sulla Stabilità (che sarà approvata oggi definitivamente dal Senato) i Cinque stelle hanno scoperto un emendamento che impediva di applicare lo stop agli affitti d’oro per i palazzi del potere come Palazzo Marino, che hanno un fondo di garanzia. In sostanza, il divieto di rescindere i contratti d’affitto, uscito dalla porta principale, con l’impegno del governo a cancellarlo, era rientrato dalla finestra con un emendamento bis che attribuiva addirittura alla Ragioneria dello Stato la richiesta di salvaguardare quei contratti d’oro, da anni denunciati dai radicali.
Dopo un vertice infuocato dei capigruppo e una riunione con Franceschini, il patto. Oggi alle 14.30 il voto di fiducia, ma il voto finale ci sarà il 27 dicembre. Una clausola di garanzia che consentirà ai grillini di controllare che la norma sugli affitti sia stata effettivamente inserita nel decreto Milleproroghe (che dovrebbe essere varato venerdì prossimo), come promesso ieri. Se ci dovessero essere novità, come è accaduto con l’emendamento a sorpresa i Cinque stelle sono pronti a fare un ostruzionismo in grado di far saltare l’intero provvedimento. Appoggiati anche dalla Lega che ieri si è unita alla protesta.
Un placet alla richiesta è arrivato anche da Matteo Renzi. «La norma contro gli affitti d’oro è giusta, sono d’accordo con i Cinque stelle. Nessuno ha il monopolio delle buone idee. È giusto chiedere sacrifici ai deputati. Possono benissimo avere uffici più piccoli», ha spiegato a Che tempo che fa, convinto che la soluzione giusta sia quella del governo di risolvere tutto nel Milleproroghe.
Intanto pesano le denunce dell’assalto delle lobby a questi provvedimenti omnibus. «A nessuno piace l’assalto alla diligenza di fine anno — ha scherzato ieri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni all’Arena di Rai1— ma spero solo che non si portino via i cavalli e le ruote, altrimenti poi non si cammina…». Ma sulla cosidetta mini-Imu, ha promesso: «non succederà più» che i cittadini debbano pagare tasse sulla casa come avvenuto quest’anno, e ha ribadito che per il 2013 la tassa sulle abitazioni «è stata completamente abolita». Il ministro si è poi detto «personalmente offeso» dal gesto dell’ombrello fatto in Tv da Maradona a proposito delle tasse. «Chi evade fa pagare di più gli altri», ha detto. «Sulla legge di Stabilità, si parla dice che non ha una strategia. Io non lo credo — ha evidenziato — . L’impostazione è rimasta tale: poi ci sono stati nuovi interventi importanti tipo quello sugli esodati o le non autosufficienze». E comunque si dice favorevole ad evitare la logica di inserire tutto all’ultimo momento. Logica che potrebbe caratterizzare anche il prossimo decreto Milleproroghe: «No alle mancette come il parmigiano distribuito su tutto il Paese». Infine Saccomanni ricorda che l’«economia non è una scienza esatta». Contano i comportamenti di consumatori e risparmiatori. Guai a pensare in negativo, ridurre i consumi fino a non fare regali di Natale. Per l’anno prossimo spera invece che dai «Requiem» si possa tornare a cantare: «Vincerò».
Critica Anna Maria Bernini (Fi): «Il ministro ride mentre l’Italia piange».
Virginia Piccolillo


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