Cina Con Shanghai Pechino dà il via a 12 zone di libero scambio

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Ancora misteriosi i nomi delle altre dieci free trade zones, anche se l’agenzia cinese elenca tre città (Suzhou, Wuxi, Hefei) e otto province (Zhejiang, Shandong, Liaoning, Henan, Fujian, Sichuan, Guangxi, Yunnan) che hanno manifestato interesse.
In particolare, una libera zona economica nel Guangdong sarebbe significativa perché raccoglierebbe non solo i porti di Shenzhen, Zhuhai e Guangzhou, ma secondo i primi progetti potrebbe estendersi fino a collegarsi con Hong Kong e Macao, le due regioni ad amministrazione speciale che darebbero al sistema dei commerci un carattere unico.
Quanto a Shanghai, secondo la Xinhua in marzo verranno introdotte nuove misure che realizzano le linee guida della People’s Bank of China: tra queste la liberalizzazione dei tassi di cambio, l’allentamento dei controlli sull’utilizzo “cross-border” dello yuan, maggiore facilità di investimento in titoli stranieri. All’insegna della riforma finanziaria che è sempre stata al centro della free economic zone di Shanghai: e ora, con l’approvazione di 12 altre zone di libero scambio, è possibile che le riforme che le riguardano vengano estese a livello nazionale.


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