Minacce antisemite a Roma, la rabbia di Israele “Intollerabili e brutali le teste di maiale”

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ROMA — «Un incidente intollerabile e brutale». Dopo le polemiche in Italia, lo sdegno per le teste di maiale recapitate alla Sinagoga di Roma, al museo che ospitava una mostra sulla Shoah e all’ambasciata di Israele diventa un caso
internazionale. Che provoca la dura reazione di Gerusalemme. «Questi fenomeni di antisemitismo e di razzismo non devono essere tollerati — spiega il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Ygal Palmor — Siamo fiduciosi che le autorità italiane indagheranno ed assicureranno i responsabili alla giustizia. È sicuramente un incidente isolato e non un’ondata, ma questo non vuol dire che sia meno offensivo».
Vanno avanti intanto senza sosta le indagini per risalire al mittente dei tre pacchi. E si stringe il cerchio intorno agli autori del gesto provocatorio: sarebbero dei romani che gravitano negli ambienti dell’estrema destra. La procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per diverse ipotesi di reato, si sta valutando se procedere per apologia di fascismo o istigazione all’odio razziale. Il sostituto procuratore, Lina Cusano, titolare dell’inchiesta ha delegato gli uomini della Digos, diretti da Diego Parente, di svolgere una meticolosa attività d’indagine a tutto campo e di ripercorrere il “viaggio” dei tre pacchi prima che arrivassero al deposito della Tnt Traco di via di Salone 124. Gli inquirenti hanno scoperto che gli scatoloni erano partiti tutti dalla stessa destinazione, un deposito “Mail Box” nella periferia sud della capitale. Sulle targhette di spedizione però non era indicato il mittente. L’unica certezza in mano agli agenti della Digos è quella che i tre plichi sono stati spediti da Roma e non dal sud Italia come era stato ipotizzato inizialmente. Sono finiti nel mirino anche diversi centri di macellazione che potrebbero aver venduto i resti degli animali. E si aspettano i risultati delle impronte digitali ritrovate sui cellophane che avvolgevano le teste di maiale.
Dopo l’indignazione espressa da tutte le istituzioni, ieri solidarietà e vicinanza sono arrivate anche dal Vicariato. «La comunità cattolica di Roma è vicina ai fratelli ebrei per le gravi manifestazioni di antisemitismo Come credenti nell’unico Dio e custodi del comune patrimonio spirituale i cattolici di Roma rinnovano la loro stima alla comunità ebraica, deplorando simili gesti», ha detto il portavoce don Walter Insero. Lo stesso Papa Francesco ieri ha usato parole forti per ricordare il dramma della Shoah: «Ciascuno di noi senta il forte desiderio di impegnarsi perché mai più si ripetano tali orrori, che costituiscono una vergogna per l’umanità». E anche la comunità religiosa islamica ha parlato di «vili provocazioni » alle quali risponderà già oggi partecipando ad alcune manifestazioni organizzate dalla comunità ebraica in occasione della Giorno della Memoria.


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