L’Infanta e il giudice Pepe, l’ultimo duello

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PALMA DI MAIORCA. Stamattina il giudizio della Spagna sull’Infanta indagata dipenderà dal “paseillo”, la passeggiatina a piedi che ogni imputato deve fare a Palma per raggiungere l’ingresso del Tribunale penale. Da queste parti nessuno, quando viene interrogato, entra dal portone grande sul viale: l’accesso avviene sul retro del palazzo, alla fine di una discesetta, el paseillo, appunto. Di fronte, dietro una fila di grate gialle, si trovano cameramen e fotografi, a sinistra la via che porta agli uffici dei giudici istruttori. È come una sfilata sul tappeto rosso, ma in questo caso non è quello della fama e del successo. I difensori di Cristina, la figlia del re Juan Carlos che oggi alle dieci del mattino dovrebbe percorrerlo come imputata nella causa contro suo marito, Iñaki Urdangarin, considerano el paseillo una prassi troppo umiliante per l’Infanta. E hanno ottenuto che, se lo vorrà, potrà evitarlo.
Mentre per gli spagnoli che assisteranno all’evento sarebbe la prova, attraverso il rispetto dell’usanza simbolica, che la legge è davvero uguale per tutti. La farà o non la farà Cristina la passeggiata a piedi davanti alle telecamere di mezzo mondo? E porterà gli occhiali da sole? Si fermerà a dire almeno «Buongiorno » alla folla di inviati, curiosi, residenti, fan e oppositori della monarchia, che affolleranno i vicoli intorno al Tribunale?
Ieri a Palma si viveva il turbamento delle grandi occasioni, la vigilia dello showdown di una battaglia legale lunga tre anni fra un giudice solitario e inflessibile, Pepe Castro, e due rampolli del circolo di ferro di Casa reale, Iñaki e Cristina, accusati di aver truffato attraverso due società falsamente benefiche (Nóos e Aizoon) province e regioni di Spagna, di aver nascosto i profitti al fisco, e di aver approfittato della loro condizione privilegiata di parenti reali per farla franca. Per Pepe Castro, 68 anni, giudice istruttore anticorruzione che sull’isola di Maiorca si è occupato per oltre vent’anni dei principali casi di malcostume della politica, mettere sotto processo Urdangarin e la sua reale moglie è la causa della vita. Una indagine che ha portato avanti contro tutti. Contro il governo di Mariano Rajoy che gliela avrebbe volentieri sottratta. Contro il procuratore capo che ha provato a fermarlo più volte. E perfino contro il ministero delle Finanze che ha scagionato con discutibili dossier l’Infanta dal sospetto di evasione fiscale. Chi lo conosce da vicino racconta che è soltanto un giudice indipendente, gran lavoratore, semplice e alla mano. Che si rilassa
praticando il kendo, l’arte marziale giapponese, e che arriva tutte le mattine in tribunale in sella al suo scooter. E anche che si schermisce e s’imbarazza
quando lo applaudono per la strada e si avvicinano a stringergli la mano.
Per Urdangarin, il marito, il giudice Pepe aveva preparato cinquecento domande e venti ore d’interrogatorio. Altrettante ne ha pronte per l’Infanta nel faccia a faccia di stamattina. È l’ultimo atto del suo lavoro. Poi chiuderà l’indagine e rinvierà a processo. L’ultimo atto per colui che ha osato per la prima volta aprire un’indagine sulla più alta istituzione del paese fa ancora tremare tanti. Intorno a Cristina e Iñaki c’è ormai un cordone sanitario che li isola dal resto della famiglia reale. Lui è stato abbandonato al suo destino e rischia una condanna a dodici anni. Lei, che s’è auto-esiliata con i quattro figli a Ginevra, in Svizzera, è stata esclusa da ogni attività della famiglia del re Juan Carlos. Ma la conclusione di questo interrogatorio non sarà indolore. Scagionata o incriminata.
A Madrid, nel palazzo del re, sperano che sia la fine di «un martirio» e l’inizio di una nuova primavera nelle relazioni fra sudditi e monarchia. L’Infanta
Cristina arriverà con un volo regolare da Barcellona, poi sarà scortata da trenta agenti fino al tribunale mentre altri duecento poliziotti sorveglieranno tutta l’area che nella notte di ieri è stata perlustrata e blindata. Alle dieci in punto l’Infanta si sederà davanti al giudice Pepe, alle parti civili, e agli avvocati degli altri indagati nel caso. Non ci saranno né foto né immagini video, solo una registrazione audio di domande e risposte. Per rilassarsi e parlare con i suoi avvocati nelle pause dell’incontro col giudice, l’Infanta avrà a disposizione una sala privata. L’ultima cortesia dei nemici del giudice Pepe per il suo rilievo di personaggio regale.
Maiorca è la residenza estiva dei sovrani e Cristina, insieme ai fratelli, Elena e Felipe, e poi ai cognati, ai nipoti e ai figli, ha trascorso qui lunghe vacanze fin da quando era bambina. Sfogliando l’album delle foto di famiglia la si vede in barca, in spiaggia o mentre fa shopping. Questo, dalla mattina alla sera, è sicuramente il suo viaggio più amaro sull’isola. Deve convincere il giudice, che l’ha indagata perché «non poteva non sapere » dove suo marito Iñaki trovava tutti i soldi che lei spendeva.

 


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