Inquinamento. Quei centomila studenti a rischio per il troppo smog

Inquinamento. Quei centomila studenti a rischio per il troppo smog

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MILANO — Ogni mattina un bambino entra a scuola e non sa che respirerà il fumo nero di 120 mila macchine. Nei casi peggiori, si arriva fino a 200 mila auto. Che passano a meno di 100 metri. Ora c’è una mappa. Oltre mille pallini: sono le scuole di Milano. Cinque colori: dal verde, al viola. Ogni colore rappresenta una soglia. Da meno di 10 mila macchine al giorno (e questo è un limite «accettabile»), a oltre 200 mila. Ogni categoria indica anche un potenziale impatto sulla salute degli studenti. Danni immediati (asma, bronchiti) e danni a lungo termine (predisposizione a future malattie cardiovascolari). Obiettivo, in linea con le più avanzate ricerche internazionali sul tema: valutare lo smog «di prossimità», quello realmente respirato dalle persone che si trovano vicino alle fonti di inquinamento. Risultato: 583 scuole di Milano, oltre la metà del totale, si trovano a meno di 75 metri da arterie stradali ad alta percorrenza, in cui passano più di 10 mila veicoli al giorno. «Per un totale di oltre 108 mila studenti a rischio».
Dietro la ricerca milanese c’è anche una storia ormai decennale di impegno civico. Lo studio è stato richiesto dall’associazione dei «Genitori antismog», attraverso un accesso agli atti, ed elaborato dall’Agenzia per la mobilità del Comune di Milano. È un fatto notevole: le istituzioni hanno collaborato con i cittadini, per dare risposta alle loro richieste. «È un esercizio straordinario di democrazia», commenta Anna Gerometta, dei «Genitori antismog». Che propone l’esperienza milanese come esempio: «La rilevazione e la diffusione pubblica di questi dati possono favorire l’adozione di politiche più coraggiose. Invitiamo i cittadini di tutta Italia a utilizzare i modelli disponibili sul nostro sito per fare altrettanto (www.genitoriantismog.it)».
L’aria (nera) che tira intorno alle scuole di Milano ha trasformato la città in un laboratorio. A partire dall’Area C, il ticket antitraffico istituito dalla giunta Pisapia che ha ridotto quasi del 30 per centro le auto nel centro della città. I benefici sono evidenti anche nella ricerca sulle scuole: solo il 26 per cento degli studenti che frequenta istituti dentro l’Area C sopporta flussi di traffico sopra le 10 mila auto al giorno. All’esterno della zona del ticket, invece, la percentuale degli studenti a rischio sale al 61 per cento. Conclusione: «Si può fare». Ovvero: «Le misure locali di riduzione dello smog — commenta Anna Gerometta — sono efficaci. Riducono l’esposizione al traffico e, come è scientificamente dimostrato, i danni alla salute collegati». Questo, secondo l’associazione, dev’essere però un punto di partenza. Per lavorare su due fronti. Il primo, locale: «Milano deve presentarsi all’Expo 2015 con un’aria, e quindi una vivibilità, migliori. Per fare questo in tempi rapidi e in modo coerente con l’impatto sanitario dei dati raccolti, bisogna creare un’area di limitazione del traffico più estesa che protegga un numero sempre maggiore di cittadini». Il secondo fronte è nazionale. Ed Europeo: «Governo e Parlamento — concludono i Genitori antismog — dovrebbero mettere al più presto in agenda il disegno di legge, già messo a punto, sulla “Mobilità nuova”. Non solo: nel corso del semestre di presidenza Ue, l’Italia guiderà il negoziato sul “pacchetto aria” e potrà contribuire in modo determinante a rendere più efficaci le proposte della Commissione».
Gianni Santucci


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