Uruguay: «Autocoltivala e partecipa»

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«Auto­con­vo­cate, auto­cul­ti­vate, sumate!». Auto­con­vo­cati, auto­col­ti­vala, par­te­cipa. Con que­sto mes­sag­gio il governo uru­gua­yano ha orga­niz­zato ieri nella capi­tale Mon­te­vi­deo la prima Mar­cia mon­diale per la mari­juana rego­lata. Uno slo­gan che rac­chiude lo spi­rito con il quale l’Uruguay – primo paese al mondo — ha con­dotto in porto la legge per la lega­liz­za­zione totale dello spinello.

La nor­ma­tiva è stata appro­vata il 10 dicem­bre scorso e pre­vede tre modi per pro­cu­rarsi l’erba, debi­ta­mente con­tem­plati e rivolti ai con­su­ma­tori con più di 18 anni: acqui­starla nelle far­ma­cie auto­riz­zate dallo stato a meno di 1 dol­laro al grammo e per un mas­simo di 10 grammi a set­ti­mana; col­ti­varla in casa (ma non più di 8 piante cia­scuno); iscri­versi ai club Mem­bre­sia, che saranno com­po­sti da gruppi di 15–45 per­sone mas­simo e potranno col­ti­vare fino a 99 piante. Ogni socio potrà acce­dere a 480 grammi annuali di can­na­bis. Non si potranno fumare spi­nelli sul posto di lavoro, né ver­ranno meno i con­trolli su chi guida, altri­menti si rischiano le stesse multe pre­vi­ste per chi eccede con l’alcool. Gli spazi in cui sarà pos­si­bile rol­lare canne sono gli stessi pre­vi­sti per i fuma­tori abituali.

La legge, che entra in vigore mar­tedì, pre­vede il con­sumo di piante total­mente made in Uru­guay. «È un cam­bia­mento fon­da­men­tale per­ché rico­no­sce il diritto di migliaia di per­sone che non face­vano male a nes­suno eppure ave­vano pro­blemi con la legge. In que­sto modo si sot­trae un grosso busi­ness al nar­co­traf­fico», ha dichia­rato Fede­rico Marin, coor­di­na­tore del Movi­miento por la libe­ra­cion del Can­na­bis dell’Uruguay. Ieri, in tutto il mondo, hanno rispo­sto all’appello 300 città, a par­tire dall’America latina.

Un risul­tato otte­nuto soprat­tutto gra­zie all’impegno del pre­si­dente José «Pepe» Mujica, l’ex guer­ri­gliero dei Tupa­ma­ros por­tato al governo dalla coa­li­zione Frente Amplio. L’organizzazione non gover­na­tiva olan­dese Drugs Peace Insti­tute (Isti­tuto per la pace e le dro­ghe), lo ha pro­po­sto al Nobel. Per il pre­si­dente della Ong, Frans Bron­khorst, «Mujica è il primo al mondo che ha pro­po­sto di farla finita con que­sta guerra che non serve a niente se non a inte­ressi oscuri».

Una dimo­stra­zione di sovra­nità nei con­fronti degli Usa, in linea col nuovo corso dell’America latina pro­gres­si­sta. Mujica ha pole­miz­zato con i respon­sa­bili del Pen­ta­gono e della Dea, e ha defi­nito un inganno le spe­ri­men­ta­zioni per la mari­juana legale in alcuni stati degli Usa. Il discorso pro­nun­ciato al G20 del 2012 in Bra­sile da Mujica ha decli­nato con domande sem­plici l’abc del mar­xi­smo, per con­clu­dere che «lo svi­luppo non può essere con­tra­rio alla felicità».

E ieri, in un’intervista all’Ap, ha ripreso alcuni di quei temi rivol­gen­dosi al pre­si­dente Obama, che incon­trerà il pros­simo 12 mag­gio. L’ex tupa­maro che ha cono­sciuto il car­cere duro ai tempi della dit­ta­tura, chie­derà di affi­dar­gli i pri­gio­nieri di Guan­ta­namo: ma solo se pos­sono viag­giare come rifu­giati – ha detto – per­ché in Uru­guay non tor­ne­ranno in pri­gione. Obama è un pre­si­dente pro­gres­si­sta con le mani e i piedi legati da chi gli impe­di­sce di attuare la sua agenda poli­tica, ha aggiunto Mujica. E a quanti lo accu­sano di favo­rire il nar­co­traf­fico con que­sta nuova legge, ha assi­cu­rato che a «nes­sun gerarca del Para­guay» verrà con­sen­tito di pro­spe­rare ven­dendo clan­de­sti­na­mente le piante di can­na­bis a prezzo più basso. Secondo cifre uffi­ciali, su 3,3 milioni di uru­gua­yani, 184.000 con­su­mano mari­juana almeno una volta all’anno. Gli abi­tuali sono invece 18.700, soprat­tutto giovani.

È gio­vane anche la mag­gio­ranza dei circa 250.000 elet­tori che potrà votare alle pros­sime pre­si­den­ziali del 26 otto­bre. Una gene­ra­zione che ha bene­fi­ciato dei piani rivolti all’educazione e allo svi­luppo delle nuove tec­no­lo­gie. Gio­vani che non sono let­tori tra­di­zio­nali della carta stam­pata ma che si infor­mano con le reti sociali, a cui il Frente Amplio ha dedi­cato attenzione.

Secondo un’inchiesta della Cifra, il 60% di que­sti nuovi votanti potrebbe dare il suo voto al Frente Amplio. Pepe Mujica non potrà più rican­di­darsi, ma ha già fatto sapere che appog­gia la can­di­da­tura del tic­ket com­po­sto da Tabaré Vaz­quez (ex pre­si­dente) e dall’attuale sena­trice Con­stanza Moreira.



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