Diritti Globali 2014: Piu’ che crisi e’ ‘catastrofe’

Diritti Globali 2014: Piu’ che crisi e’ ‘catastrofe’

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“Piu’ che di crisi, si rischia di dover parlare di catastrofe globale”, “sono i dati e le statistiche che parlano per tutti”. In sei anni, raddoppio delle persone in poverta’ assoluta, tasso di occupazione sotto il 60%, 134 mila piccole imprese scomparse, e ora anche ripercussioni sulla salute per la rinuncia alle cure, a causa dei “tagli che hanno drasticamente abbassato quantita’ e
qualita’ della protezione sociale e dell’accesso alle cure”.
Dove non ha potuto la crisi e’ arrivata “la medicina amara” dell’austherity, e’ l’analisi del dossier, promosso dalla Cgil e da una rete di associazioni tra cui Arci, Antigone, Cnca, Libera
e Gruppo Abele. “Adesso – commenta Sergio Segio, che da undici anni cura il rapporto per l’Associazione Societa’ Informazione – anche i principali sostenitori di quelle politiche made in
Germany, istituzioni europee, Fmi, singoli governi, paiono svegliarsi dal sonno ipnotico degli anni scorsi e cominciano a dire che, in effetti, forse, le politiche di austerita’ vanno
corrette, se non proprio abbandonate”.
Negli anni delle crisi – sono le cifre riportate – in Europa 10 milioni di persone hanno perduto il lavoro, portando a 27 milioni il numero dei disoccupati, 13 milioni sono i nuovi
poveri, in totale gli europei sotto la soglia di poverta’ sono 115,7 milioni. “Nel suo piccolo – riferisce il dossier – l’Italia contribuisce significativamente a questa mappa della
privazione e dell’esclusione”, tra il 2007 al 2012 le persone in poverta’ assoluta sono raddoppiate, da 2,4 a 4,8 milioni, l’8% della popolazione; sul piano del lavoro stanno peggio solo
greci, con un tasso di occupazione del 53,2%, croati, 53,9% e spagnoli, 58,2%). Il reddito annuale di una famiglia media italiana e’ calato di 2.400 euro tra il 2007 e il 2012.
L’austherity – secondo il rapporto – rischia di far male anche alla salute. L’11,1% degli italiani rinuncia ad almeno una prestazione sanitaria per motivi economici. Le cure che ricadono
quasi completamente sulle spalle dei cittadini come quelle odontoiatriche sono in calo, nel 2012 si curano 4,8 persone ogni 100, nel 2005 erano 6,4. Il 4,1% di chi avrebbe bisogno di un
farmaco vi rinuncia, e tra loro tre su quattro perche’ avrebbe dovuto pagarli interamente e uno su quattro perche’ trova il ticket troppo oneroso.
Con il nuovo governo, “sul piano delle politiche di contrasto alla poverta’ e di sostegno al reddito”, il rapporto vede “poche novita’”. Sono “molte le proposte” prive di riscontri: restano
inattuati un Piano di lotta alla poverta’, coerente e organico, e l’istituzione di una misura di reddito minimo. L’attenzione del nuovo governo si e’ concentrata “sulla misura poco piu’ che
simbolica” del bonus Irpef di 80, una manovra “dagli incerti risultati macro-economici, che e’ stata finanziata seguendo gli imperativi della teoria dell’austerita’ espansiva”, piu’ volte
confutata dagli economisti di mezzo mondo.



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