Espulsioni, controllo del web e militari Nuovo reato contro i viaggi della jihad

Espulsioni, controllo del web e militari Nuovo reato contro i viaggi della jihad

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ROMA Espulsioni veloci e misure di sorveglianza speciali per i sospetti. È composto da cinque articoli il provvedimento antiterrorismo che il ministro dell’Interno Angelino Alfano porterà a Palazzo Chigi per contrastare il fenomeno dei «lupi solitari» e così cercare di prevenire atti estemporanei, ma anche attacchi pianificati come quello contro la rivista Charlie Hebdo a Parigi. Misure d’urgenza che il governo deciderà se approvare addirittura per decreto.
I combattenti stranieri
Modifiche al codice penale che — senza stravolgere le attuali norme — inseriscono una serie di procedure per «combattere le organizzazioni, che hanno minacciato il compimento di attentati anche ai danni di Stati europei, tra cui l’Italia, ed esercitano una forte capacità di proselitismo e attrazione, incrementando il fenomeno dei cosiddetti foreign fighters , cioè dei soggetti che, senza essere cittadini o residenti, si recano in Paesi dove agiscono questi sodalizi per combattere al loro fianco o per commettere azioni terroristiche».
Il titolare del Viminale ribadisce che sono «53 quelli censiti che non sono italiani ma hanno avuto a che fare con l’Italia nella partenza o nel transito. Conosciamo la loro identità e sappiamo dove si trovano», anche se la cifra appare in continua evoluzione e il timore è che in realtà qualcuno possa essere sfuggito al controllo o comunque sia in grado di organizzare azioni anche dall’estero. Non a caso in queste ore si stanno ricontrollando le liste, confrontandole con quelle fornite dagli apparati di intelligence stranieri.
Viaggi ed esplosivi
Il testo messo a punto dai tecnici del Viminale con l’accordo della Giustizia integra l’articolo 270 quater sull’arruolamento con finalità di terrorismo «per rendere punibile anche il soggetto che viene arruolato per le predette finalità» ma soprattutto per punire con la reclusione da tre a sei anni «l’organizzazione, il finanziamento e la propaganda di viaggi finalizzati al compimento di condotte con finalità terroristiche».
Una nuova sanzione penale riguarda invece «il soggetto che si “autoaddestra” all’utilizzo di armi, esplosivi, sostanze chimiche o nocive ovvero alle tecniche e ai metodi per commettere atti di violenza o sabotaggio con finalità di terrorismo». Quello sugli esplosivi è un aspetto che si è deciso di perseguire in maniera più efficace prevedendo l’arresto fino a 18 mesi per «chiunque, senza averne titolo, introduce nel territorio dello Stato, detiene, usa o mette a disposizione di privati le sostanze o le miscele che le contengono indicate come precursori di esplosivi» e fino a 12 mesi per «chiunque omette di denunciare il furto o la sparizione delle materie indicate come precursori di esplosivi».
Espulsioni e Internet
Per tenere sotto controllo i «sospetti» e impedire i viaggi di addestramento verso i teatri di guerra, ma anche per garantire la procedura di espulsione, il provvedimento prevede che «nei casi di necessità e urgenza, il questore, all’atto della presentazione della proposta di applicazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale, può disporre il temporaneo ritiro del passaporto e la sospensione della validità ai fini dell’espatrio di ogni altro documento». Chi non rispetta i divieti rischia la reclusione da uno a tre anni.
Norme più severe anche per quanto riguarda la rete internet, ritenuta dagli analisti il veicolo più efficace di propaganda tra i jihadisti.
Per questo «se sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che la propaganda terroristica avviene per via telematica, il pubblico ministero ordina ai fornitori di servizi o ai soggetti che comunque forniscono servizi di immissione e gestione, attraverso i quali il contenuto relativo alle medesime attività è diffuso al pubblico, di provvedere alla rimozione» e ciò deve avvenire entro 48 ore.
Militari e agenti
Alle forze dell’ordine viene concessa la possibilità di accedere ai dati personali in maniera più elastica. Una misura che certamente potrebbe creare polemiche, perché consente di effettuare «per finalità di polizia i trattamenti di dati personali direttamente correlati all’esercizio dei compiti di polizia di prevenzione dei reati» e quindi anche quando non ci siano contestazioni già effettuate ma un semplice sospetto.
Sulla necessità di utilizzare strumenti straordinari insisterà Alfano che già ieri ha ribadito come «nessuno possa escludere che in Italia accadano fatti drammatici, anche se stiamo facendo tutto il possibile per evitarlo».
Al suo fianco avrà il ministro della Difesa Roberta Pinotti che evidenzia il pericolo di emulazione e insisterà sulla necessità di abolire i «tagli» previsti mantenendo il numero dei militari a presidio degli obiettivi sensibili uguale a quello del 2014.


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