Torturati in Polo­nia e trasferiti a Guantanamo. Varsavia paga il conto

Torturati in Polo­nia e trasferiti a Guantanamo. Varsavia paga il conto

Loading

La Polo­nia ha deciso di rispet­tare uno dei punti della sen­tenza della Corte euro­pea dei Diritti dell’Uomo. Var­sa­via ha infatti accet­tato di pagare un risar­ci­mento a due dete­nuti a Guan­ta­namo, vit­time del pro­gramma di con­se­gne straor­di­na­rie della Cia durante l’amministrazione Bush jr. La Polo­nia, che eleg­gerà il suo pre­si­dente al bal­lot­tag­gio di dome­nica pros­sima, resta infatti l’unico paese euro­peo ad aver aperto un’inchiesta sui black sites gestiti dall’intelligenza americana.

Al pale­sti­nese Abu Zubay­dah, arre­stato in Paki­stan e tor­tu­rato poi da agenti della Cia in ter­ri­to­rio polacco, andranno 100.000 dol­lari. Il sau­dita Al-Nashiri, con­si­de­rato l’architetto dell’attentato esplo­sivo con­tro il cac­cia­tor­pe­di­niere Uss Cole affon­dato nel Golfo di Aden il 12 otto­bre 2000, rice­verà un ver­sa­mento di 130.000 dollari.

Entrambi erano tran­si­tati in un “buco nero” deten­tivo, eretto a Stare Kie­j­kuty, un vil­lag­gio nella regione della Terra dei laghi della Masu­ria. Una strut­tura finan­ziata dagli ame­ri­cani anche gra­zie ai 15 milioni di dol­lari che due agenti della Cia avreb­bero con­se­gnato con le pro­prie mani in una vali­gia diplo­ma­tica a un fun­zio­na­rio polacco dell’Agencja Wywiadu (AW).

Oltre a con­fer­mare indi­ret­ta­mente le vio­la­zioni com­piute sul suo ter­ri­to­rio, la scelta di pagare da parte di Var­sa­via stride con la pre­ce­dente deci­sione di fare ricorso alla Grande Camera della corte. Pur rifiu­tan­dosi di col­la­bo­rare con Stra­sburgo, il governo aveva giu­di­cato pre­ma­turo il ver­detto del tri­bu­nale emesso a luglio scorso in virtù del fatto che Var­sa­via non ha ancora con­cluso le pro­prie indagini.

Una mossa priva di coe­renza che suona come un’ammissione di col­pe­vo­lezza, ma spie­ga­bile con il fatto che la Polo­nia ha abban­do­nato ogni spe­ranza di rove­sciare la sentenza.

Inol­tre, il governo non ha alcuna fretta di chiu­dere una lun­ghis­sima inchie­sta avviata 7 anni fa e coperta da segreto di Stato. Intanto Var­sa­via nella pro­pria ver­sione uffi­ciale ha sem­pre con­ti­nuato a negare l’esistenza del sito di Stare Kiejkuty.

Si tratta comun­que di una pic­cola vit­to­ria anche per Miko­laj Pie­tr­zak, avvo­cato pro bono di Al Nashiri, tenuto al dovere di segre­tezza e riser­va­tezza nei con­fronti del sau­dita. Non è ancora stato chia­rito in quale modo il denaro sarà tra­sfe­rito al sau­dita ancora dete­nuto nella base navale ame­ri­cana. Ma secondo Pie­tr­zak il risar­ci­mento non è il punto chiave della sentenza.

«Vedremo se il governo terrà dav­vero fede ai pro­pri impe­gni. La com­pen­sa­zione pecu­na­ria è il punto meno impor­tante tra quelli indi­cati nella sen­tenza di Stra­sburgo. La Polo­nia dovrebbe com­piere ogni sforzo diplo­ma­tico per scon­giu­rare che Al Nashiri sia con­dan­nato a morte negli Stati Uniti, non­ché impe­gnarsi nel ren­dere piu effi­cace e tra­spa­rente la pro­pria inda­gine», ha spie­gato al mani­fe­sto Pietrzak.



Related Articles

« Contratti statali, un costo di 35 miliardi»

Loading

L’allarme nella memoria alla Consulta per l’udienza sulla legittimità del blocco delle retribuzioni L’onere per il periodo 2010-15, poi un effetto «strutturale» di circa 13 miliardi annui dal 2016

Kurdistan iracheno: nuovi bombardamenti iraniani sulla pace kurda

Loading

  Kurdi – Foto: Archivioromanolil.blog

Lo scorso 11 luglio, il ministro degli Esteri turco, Ahmet, Davutoglu, era in Iran e pochi giorni dopo l’aviazione iraniana e quella turca hanno attaccato quasi in contemporanea diversi villaggi kurdi situati nel distretto di Sidkan, nel triangolo tra Iran, Iraq e Turchia. Secondo le informazioni giunte solo in questi giorni all’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) dalla sezione di Arbil, attiva dal 2006 e nel cui direttivo siedono rappresentanti di tutti i gruppi etnici dell’area, gli attacchi dell’artiglieria iraniana ai villaggi lungo la frontiera con il Kurdistan iracheno hanno finora provocato “tre morti tra i civili, undici feriti e centinaia di profughi e rifugiati” che per la Croce Rossa hanno raggiunto le 800 persone.

Rivoluzioni violate. Un compromesso per l’identità

Loading

Scaffale. «Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista» di Giuliana Sgrena. Un libro uscito per Il Saggiatore che racconta come la lotta per il potere nei vari paesi arabi abbia messo all’angolo le vere protagoniste delle ribellioni di piazza: le donne

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment