Banche, nasce Atlante il fondo a sostegno di aumenti e sofferenze

Banche, nasce Atlante il fondo a sostegno di aumenti e sofferenze

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Sarà il fondo Atlante a caricarsi sulle spalle i problemi delle banche italiane. Il nome è spuntato alla fine di una giornata romana fitta di incontri, almeno tre, nella sede del ministero dell’Economia tra governo, banche, Cassa depositi e prestiti, Bankitalia, consulenti legali e finanziari (lo studio Erede e Bank of America – Merrill Lynch). Il fondo Atlante sarà lanciato da Quaestio Capital Management (visto che «ha raggiunto un importante numero di adesioni»): una società di gestione del risparmio indipendente, specializzata in clientela istituzionale, fondata e presieduta da Alessandro Penati, con Cariplo primo azionista (37,65%) e circa 10 miliardi di attivi in gestione. Atlante raccoglierà almeno 4 miliardi – ma si potrebbe salire sino a 6 – con due scopi ben definiti: sottoscrivere gli aumenti di capitale delle banche in difficoltà, a partire dal quelle venete, e acquisire crediti deteriorati e asset immobiliari che zavorrano i bilanci degli istituti di credito.

Almeno un miliardo a testa verrà messo da Intesa Sanpaolo e Unicredit – i rispettivi amministratori delegati erano ieri al Tesoro per il vertice con il ministro Pier Carlo Padoan e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco – e un’altra quota significativa da Ubi Banca. La Cassa depositi e prestiti contribuirà con 400 milioni, altri 500 milioni arriveranno invece dalle Fondazioni bancarie (anche Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, era ieri in via Venti Settembre). Verranno coinvolti pure altri soggetti – assicurazioni, casse di previdenza, altre banche – che parteciperanno per quanto possibile. Mediobanca invece si è chiamata fuori, già all’incontro romano di domenica. Mentre ieri non si è presentata al vertice.
Il fondo Atlante dovrebbe utilizzare il 70% della dotazione per gli aumenti di capitale, il 30% per le sofferenze. Una percentuale però soggetta a future variazioni. Le sofferenze (si parla soprattutto di “tranche junior” di crediti deteriorati) potranno essere cartolarizzate e usate per acquisire nuovo debito con una leva di una volta e mezzo. La prima operazione di Atlante sarà con ogni probabilità l’aumento di capitale di Popolare Vicenza che insieme a Veneto Banca hanno bisogno di 2,7 miliardi di risorse fresche per ripartire.
In una lunga nota, sia il premier Renzi che il ministro Padoan fanno sapere di apprezzare la nascita di Atlante. «Questa operazione privata è utile», si legge nel testo. «In Italia esiste un mercato attivo e responsabile che sta affrontando i problemi con risorse proprie, senza chiedere soldi pubblici». Nello stesso tempo, si annuncia pure che «nei prossimi giorni renderemo più semplici e più veloci le procedure di recupero in modo che chiunque vanti un credito possa avere fiducia di recuperarlo in tempi ragionevoli ». Il riferimento è a un decreto legge in cui dovrebbe confluire anche l’annunciata soluzione per i rimborsi degli obbligazionisti delle quattro banche fallite in novembre (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti), dopo il via libera ufficioso di Bruxelles sui criteri da adottare e che però l’esecutivo non ha ancora reso noti.

Ieri i titoli bancari sono tutti schizzati all’insù, come già venerdì: Ubi +7%, Unicredit +2,41%, Intesa +1,74%, Bper +4,84%, Banca Carige +5,36%. Eppure alcuni investitori di Londra, che in serata masticavano i primi numeri, sembrano convinti a metà da Atlante: di più sul fronte degli aumenti di capitale, molto meno sui vecchi crediti da smaltire.



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