Ancora una strage di braccianti africani sulle strade pugliesi, 12 i morti

Ancora una strage di braccianti africani sulle strade pugliesi, 12 i morti

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FOGGIA. È una strage che sembra senza fine quella che nelle ultime 48 ore ha colpito la provincia di Foggia e i braccianti agricoli che lavorano nella campagne della Capitanata. Dopo il drammatico incidente di sabato scorso sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, nel quale hanno perso la vita quattro giovani braccianti agricoli, tutti migranti, e altri quattro sono rimasti gravemente feriti, ieri pomeriggio sulla statale 16, al bivio per Ripalta, vicino Lesina e ai confini con Termoli, un altro furgone è stato centrato in pieno da un tir lasciando sul selciato altri 12 migranti senza vita e tre feriti, anche loro di ritorno dalle campagne dopo una giornata di lavoro.

La modalità dei due incidenti appare identica: sia sabato che ieri infatti, entrambi i furgoni sono stati travolti da altrettanti tir che trasportavano un carico, il primo di pomodori, il secondo di prodotti farinacei. Ancora da chiarire l’esatta dinamica dei due sinistri alla base dei quali oltre alla tragica fatalità, ci sono strade provinciali da sempre pericolosissime, e probabilmente stanchezza e distrazione.

Resta il fatto che quei due furgoni erano strapieni di migranti, braccianti agricoli che durante tutta l’anno vivono nei famosi «ghetti» della provincia di Foggia, e d’estate lavorano come stagionali nella raccolta dei pomodori. Ecco perché al di là dell’incidente stradale in sé, resta protagonista lo sfruttamento . Come ha detto il Vescovo di Foggia Pelvi, sono stati «uccisi dal frutto del loro lavoro».

Per questo è importante che le indagini in corso su i due incidenti porti a galla dirette responsabilità. «Non ci sono al momento novità di rilievo ed è ancora presto per poter avere un quadro preciso della situazione», ha detto ieri il dirigente della squadra mobile della questura di Foggia che indaga, insieme con la polizia stradale, sulle cause dei due sinistri. Del primo, quello avvenuto sabato pomeriggio sulla statale 105, si è riusciti a conoscere le generalità delle vittime: Amadou Balde (Guinea Bissau) di 20 anni; Aladjie Ceesay (Gambia) di 23, Moussa Kande (Guinea Bissau) di 27, Ali Dembele (Mali), il più «vecchio», 30 anni. Si indaga per caporalato, per verificare se vi sia stato sfruttamento di lavoratori in condizioni di sicurezza precaria. I quattro braccianti venivano tutti dal ghetto di Rignano Garganico, che venne sgomberato nel 2017 e dove in realtà ne è già sorto un altro, con circa 600 roulotte. Alcuni di loro frequentavano gli sportelli della Flai Cgil.

Di certo non è un caso se i due incidenti sono avvenuti nel foggiano. La Capitanata, con le sue enormi distese di campi – come ricordano i dati diffusi ieri dalla Uila Uil – è la provincia italiana con il più alto numero di lavoratori agricoli stagionali regolari, iscritti negli elenchi anagrafici dell’Inps. Sono 50.185. La maggior parte italiani (28.225, pari al 56,2%), gli stranieri (21.960 pari al 43,8%) rappresentano l’8% della popolazione residente (contro una media nazionale dell’1,6%). Di questi, la maggior parte sono rumeni (9.759) e bulgari (3.879). Dall’Africa vengono 4.960 persone, principalmente dal Marocco (1.102). Da Mali, Gambia e Guinea, paesi d’origine delle vittime della strage di sabato scorso provengono, rispettivamente 1.090, 430 e 239 lavoratori.

Lo sfruttamento del lavoro si può misurare anche dal numero di giornate dichiarate. Oltre un terzo della manodopera (18.515 persone) è impiegata per meno di 30 giornate l’anno, un livello che non dà accesso alle tutele contrattuali. Di questi lavoratori, 5.675 sono italiani e ben 12.840 stranieri.

Per ricordare le vittime di sabato e di ieri, è stata indetta per domani mattina dall’Usb – con partenza da San Severo e arrivo a Foggia – una «marcia dei berretti rossi», come i cappellini che i quattro braccianti agricoli morti sabato scorso indossavano per proteggersi dal solleone: la decisione è stata prese domenica sera, al termine di un’affollata assemblea alla quale hanno partecipato centinaia di braccianti nell’ex ghetto di Rignano Garganico.

Una manifestazione unitaria che vedrà invece coinvolte tutte le sigle sindacali di categoria, le associazioni datoriali e altre come Libera, si svolgerà domani pomeriggio alle 18. Sempre domani è stato proclamato uno sciopero per rivendicare «diritti e dignità». I sindacati hanno chiesto che venga convocato immediatamente il tavolo interministeriale con prefetto, istituzioni e organizzazioni sindacali. Mentre il governo, tramite il vicepremier Di Maio, ha dichiarato che riferirà in Parlamento.

* Fonte: Gianmario Leone, IL MANIFESTO



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