Gaza, Marcia del Ritorno. Netanyahu prepara carri armati e tiratori scelti

Gaza, Marcia del Ritorno. Netanyahu prepara carri armati e tiratori scelti

Loading

GAZA. Anche questa mediazione egiziana non porterà a nulla. Gli israeliani offrono sempre le stesse cose di poco conto che non cambiano nulla a Gaza. Siamo allo stesso punto dalla fine dell’attacco israeliano del 2014 (l’offensiva “Margine Protettivo”,ndr)». Non occorre essere un analista per conoscere la palude nella quale resta paralizzata la Striscia di Gaza. Ashraf Hijazi è solo uno studente, ha 22 anni, e sa che la delegazione inviata dal Cairo prima a Gaza, dove ha incontrato i leader di Hamas e i rappresentanti di altre forze palestinesi, poi in Israele e di nuovo ieri sera a Gaza, potrà soltanto facilitare il raggiungimento di accordo limitato di cessate il fuoco destinato a crollare alla prima occasione. A Gaza danno anticipazioni della presunta intesa: aumento del numero degli autocarri, quindi delle merci, in entrata nella Striscia attraverso il valico di Kerem Shalom; il ritorno a 12 miglia nautiche della zona di pesca di Gaza; miglioramento della fornitura di energia elettrica e misure simili. L’Egitto da parte sua terrà aperto il valico di Rafah con Gaza. Hamas in cambio è chiamato a mettere fine per un almeno un anno alla “guerra di attrito” che conduce lungo le linee di demarcazione con Israele, da qualche settimana anche con “unità notturne”. A cominciare dalle proteste, contro la morsa in cui è stretta Gaza da quasi 13 anni, che vanno avanti, ogni venerdì, nel quadro della Grande Marcia del Ritorno.

Proprio domani, in occasione delle manifestazioni e raduni che si terranno in Galilea e nei Territori palestinesi occupati per il “Giorno della Terra”, la Grande Marcia del Ritorno compie un anno. Quella che comincerà nelle prossime ore sarà la “Marcia del milione”. Non vi prenderanno parte così tante persone ma sicuramente decine di migliaia di palestinesi, 100mila prevede qualcuno, affolleranno gli accampamenti di tende eretti un anno fa lungo la fascia orientale della Striscia per invocare la fine totale del blocco israeliano. I preparativi vanno avanti da giorni, la popolazione è pronta ad una giornata che potrebbe avere sviluppi drammatici come quella del 14 maggio dell’anno scorso quando circa 70 palestinesi furono uccisi in poche ore dai colpi sparati dai tiratori scelti israeliani. Altre centinaia furono feriti. Hamas pur con un accordo di tregua permanente con Israele a portata di mano non è nella posizione, e nemmeno lo vuole, di revocare le manifestazioni di domani. Potrebbe però contenerle, come chiedono i negoziatori egiziani. «Nessun può fermare (domani) la Marcia del Ritorno» ci spiega un giornalista di Gaza che ha chiesto l’anonimato, «Hamas, dopo le contestazioni popolari (per la situazione economica di Gaza, ndr) che ha represso con mano pesante nei giorni scorsi deve assecondare la popolazione che vuole essere libera dal blocco israeliano».

Proseguono perciò i preparativi di quella che potrebbe essere ricordata la più ampia manifestazione popolare mai avvenuta a Gaza. Più di ogni altro si preparano medici e paramedici per affrontare l’afflusso negli ospedali di centinaia di feriti nel giro di poche ore. Dall’altra parte delle linee di demarcazione proseguono altri preparativi. «Ho ordinato l’invio di rinforzi per le nostre truppe al fine di preparare un’ampia operazione» ha annunciato ieri il premier israeliano Netanyahu in visita nei centri abitati adiacenti a Gaza, «i cittadini d’Israele devono sapere che, se la campagna prenderà il via, colpiremo Hamas in maniera molto pesante». Mezzi corazzati, pezzi di artiglieria e rinforzi di fanteria si ammassano in queste ore nelle campagne tra Yad Mordechai e il valico di Erez. Domani saranno schierati ancora una volta i cecchini che in un anno hanno ucciso oltre 250 palestinesi (49 erano ragazzini) e ferito altre migliaia (fra questi centinaia ora sono invalidi permanenti). Netanyahu non rinuncia al pugno di ferro. Tra Gaza e il sud di Israele Netanyahu prova a recitare il ruolo ancora una volta di “Mr. Sicurezza” per vincere le elezioni del 9 aprile. Ed è in difficoltà. Metà della popolazione israeliana giudica insufficiente la risposta contro Hamas che ha dato dopo il lancio, il 25 marzo, di un razzo da Gaza che ha distrutto una casa a nord di Tel Aviv.

* Fonte: Michele Giorgio, IL MANIFESTO



Related Articles

Omicidio Kashoggi. Arabia Saudita, la fine della favola del «principe riformista»

Loading

Erdogan vuole mettere sotto processo gli agenti sauditi in Turchia: l’arma del ricatto ai Saud si fa ancora più affilata. Il caso Khashoggi questo è diventato: un intricato ricatto internazionale

«La mia città ora è divisa Ma nessuno vuole il caos neppure i neri discriminati»

Loading

Lo scrittore Aciman: «Tutti diciamo ai figli di stare attenti con la polizia»

Turchia. La persecuzione di Leyla Guven: condannata a 22 anni per terrorismo

Loading

Durissima condanna per l’ex parlamentare curda dell’Hdp, in sciopero della fame per 200 giorni. Nella Turchia sempre più erdoganizzata, la campagna contro il partito di sinistra prosegue spedita

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment