Regno unito. La camera dei Lord approva la legge: no alla Brexit senza accordo,
![Regno unito. La camera dei Lord approva la legge: no alla Brexit senza accordo,](https://www.dirittiglobali.it/wp-content/uploads/2019/08/brexit-pix-890x395_c.jpg)
LONDRA. Con la ratifica finale alla Camera dei Lord, la proposta di legge cosiddetta anti-no deal, avanzata dal deputato laburista moderato Hilary Benn, è diventata ieri legge senza emendamenti, il che significa che non tornerà indietro ai Comuni per una ridiscussione. Lunedì riceverà l’assenso della monarca, come d’uso in questi lidi.
La reazione parlamentare dei deputati remainer, diversamente assortiti, alla prorogation, la sospensione dei lavori parlamentari per cinque settimane che aveva scatenato un putiferio a fine agosto, è stata dunque rapida e incisiva. Così il premier Boris Johnson aveva cercato di soffocare la resistenza alla sua strategia di uscita dall’Ue «a tutti costi» il 31 ottobre (che gli servirebbe come “ricatto” per rinegoziare un accordo capace di riuscire dove quello di Theresa May aveva fallito per ben tre volte: backstop irlandese ecc.).
In tutta risposta, Johnson ha ripetuto, come fa da settimane, di essere determinato a non chiedere alcuna proroga per la scadenza del 31 ottobre, come sarebbe invece, ora, legalmente tenuto a fare. Si profilerebbero così altre azioni legali, oltre a quella già intentata al premier dalla businesswoman Gina Miller per la prorogation, appena respinta da un tribunale londinese. Johnson avrebbe tempo fino al 19 ottobre per richiedere l’estensione dell’articolo 50, a meno che non riesca a far approvare all’aula un accordo di uscita (impossibile) o un’uscita senza accordo (radicalmente impossibile).
Lunedì cercherà nuovamente di far passare la proposta di elezioni anticipate per il 15 ottobre, ma si prevede subirà un’altra sconfitta: avrà ancora bisogno dell’appoggio di quei due terzi dell’aula mancato al primo tentativo.
* Fonte: Leonardo Clausi, il manifesto
Related Articles
Tymoshenko, la mossa di Monti e Rajoy “Roma e Madrid vogliono vederla”
Lettera al presidente ucraino Yanukovich prima di arrivare allo stadio
“Evo, traditore della Terra” vacilla l’icona degli indios
Un’autostrada contestata infiamma la rabbia dei popoli della foresta. Repressione violenta, Morales costretto a scusarsi. E la Bolivia è nel caos. Il retroscena è uno scontro tra comunità : da una parte i contadini cocaleros dall’altra gli indigeni del Parco naturale. Il paese sembra tornato a dieci anni fa quando le rivolte cacciarono Sanchez de Losada accusato di svendere il paese alle multinazionali
In fiamme per il Tibet il sacrificio che fa commuovere il mondo