Stati Uniti. L’Obamacare per ora sopravvive alla Corte suprema

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La maggior parte dell’Affordable Care Act, la legge sull’assistenza sanitaria del 2010, la vera eredità che definisce la presidenza Obama, sembra che riuscirà a sopravvivere al suo ultimo incontro con la Corte Suprema. Alla vigilia dell’appuntamento con Scotus non era chiaro se il tribunale avrebbe annullato o meno il cosiddetto mandato individuale, l’obbligo ad avere un’assicurazione sanitaria, reso inefficace nel 2017 dopo che il Congresso aveva cancellato la penale per chi non ce l’aveva.

Ieri, invece, almeno cinque giudici, tra cui due membri della maggioranza conservatrice, hanno indicato di non essere inclini a minare l’equilibrio della legge; messa in termini legali, i giudici hanno affermato che «il mandato è separabile dal resto della legge», quindi non la invalida nella sua interezza, come vorrebbe Trump.

A sostenere questa tesi tra i conservatori, sono il giudice Brett Kavanaugh e il capo della Corte John Roberts, e se la posizione del secondo non è particolarmente sorprendente, visto che ha già votato più volte con l’ala liberal, il voto del pupillo di Trump, Kavanaugh, fa la differenza. «Sembra abbastanza chiaro che il rimedio adeguato sarebbe quello di interrompere la disposizione del mandato e lasciare il resto della legge in vigore», ha affermato.

Sono decine di milioni gli americani che hanno una copertura sanitaria grazie alla legge del 2010, che include la copertura garantita a chi ha condizioni mediche preesistenti, cure di emergenza, farmaci da prescrizione e assistenza medica per la maternità, tutti elementi che la gran parte delle assicurazioni private non comprendono.

Finora l’Obamacare è sopravvissuta a due sedute della Corte suprema, nel 2012 e nel 2015, ma all’epoca gli equilibri della Corte erano spostati a sinistra grazie alla presenza di giudici moderati e della super liberal Ruth Bader Ginsburg.

Proprio per parlare della sanità Joe Biden aveva indetto una conferenza stampa durante la quale si è impegnato a basarsi sull’Affordable Care Act e a difenderlo introducendo una «opzione pubblica» che allargherebbe il numero di persone che potrebbero accedere a un’assicurazione sanitaria sponsorizzata dal governo.

«Le famiglie che affrontano un’emergenza sanitaria – ha detto Biden – hanno bisogno di un’ancora di salvezza e ne hanno bisogno adesso». Certo, siamo lontani dalla sanità universale che vorrebbe Sanders, ma la mano del senatore del Vermont è comunque presente nella stesura del piano che consente questo allargamento della copertura sanitaria.

Al briefing Joe Biden ha anche espresso la critica più diretta, finora, nei confronti di Trump, affermando che il non riconoscere la sconfitta è un «imbarazzo». Rispondendo ai giornalisti per la prima volta dopo il voto, ha detto che indipendentemente dalle azioni dell’amministrazione Trump, la pianificazione per entrare alla Casa Bianca il 20 gennaio continua

* Fonte: Marina Catucci, il manifesto

 



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