Stati uniti. Furiosi i fans di Trump si mobilitano, mentre Washington si blinda

Stati uniti. Furiosi i fans di Trump si mobilitano, mentre Washington si blinda

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Donald Trump è ufficialmente il primo presidente della storia Usa ad avere nel suo curriculum due impeachment. Con una procedura lampo di un solo giorno, la Camera ha votato a favore dell’accusa di «incitamento all’insurrezione», con 232 voti a favore, 197 contrari e 5 astenuti. Dieci deputati repubblicani hanno votato con i democratici: mai prima d’ora così tanti membri della Camera avevano votato per mettere sotto accusa un presidente del proprio partito.

Nella sua dichiarazione il repubblicano Tom Rice ha detto: «Ho sostenuto questo presidente nella buona e nella cattiva sorte per quattro anni. Ho fatto una campagna per lui e ho votato per lui due volte. Ma questo fallimento totale è imperdonabile».

Cathy McMorris Rodgers, che ha votato contro l’impeachment, invece, ha esplicitato la ragione del sostegno del Gop a questo presidente impresentabile: «Ho chiuso un occhio sul comportamento arrogante, orgoglioso e prepotente» perché stava promuovendo gli obiettivi politici del partito. Diversi altri deputati repubblicani hanno riferito ai colleghi democratici di non aver votato per la messa in stato d’accusa perché spaventati dal diventare target della furia dei supporter di Trump.

La tensione al Campidoglio era palpabile: la Camera ha approvato il nuovo impeachement nella stessa aula da cui una settimana prima i membri del Congresso erano fuggiti dal tentativo di colpo di Stato, ma dalla scorsa settimana il panorama a Capitol Hill è cambiato completamente.

Il Campidoglio è ora letteralmente presidiato, all’interno e all’esterno, dai militari della Guardia nazionale, accampati dentro il Congresso, come non accadeva dalla metà dell’800 a causa della guerra civile. Nel timore che le manifestazioni annunciate dai supporter di Trump per domenica 17 e per il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Biden, siano violente, a Washington sono stati messi in sicurezza tutti i luoghi sensibili, tra cui la Corte suprema, mentre i privati si arrangiano murando vetrine e finestre con il compensato.

Il giorno dell’insediamento di Biden per la prima volta l’intero National Mall verrà chiuso, accessibile solo ai media e al personale di sicurezza. La decisione è significativa: è il luogo dove tradizionalmente si riunisce gran parte del pubblico per assistere all’inaugurazione del Campidoglio.

La chiusura straordinaria è solo l’ultima di una serie di misure di sicurezza contro il tipo di violenza che ha scosso il Campidoglio il 6 gennaio. Funzionari locali e federali hanno già istituito una zona di sicurezza e richiamato più di 20mila soldati della Guardia nazionale.

I funzionari di Washington hanno chiesto agli americani di non recarsi nella capitale la settimana precedente. Il 20 verranno chiuse 13 stazioni della metropolitana all’interno del perimetro di sicurezza del centro mentre i percorsi degli autobus saranno modificati.

In questo quadro Trump è riemerso dalla nebbia e ha abbracciato un tono completamente nuovo: su Fox News prima e dal canale Twitter della Casa bianca poi, ha lanciato un appello a «calmarsi», condannando le violenze e ripudiando i suoi sostenitori che vi hanno fatto ricorso, ma senza mai ammettere la vittoria di Biden.

I timori di nuovi assalti derivano anche dal fatto che, il giorno precedente l’inaugurazione, il 19, il Senato si riunirà per il processo di impeachment votato mercoledì dalla Camera, inasprendo inevitabilmente gli animi di chi non vede nulla di sbagliato nelle azioni e nella retorica di Trump.

La tempistica decisa dallo speaker repubblicano al Senato Mitch McConnell, che non ha voluto anticipare la seduta del 19, crea problemi al presidente entrante, che preferirebbe avere i senatori concentrati non sul circo politico-mediatico di Trump, ma sull’approvazione del gabinetto, il piano di stimolo economico e quello della gestione della pandemia.

Non procedere non è però un’opzione, vista la gravità dei fatti, che potrebbe essere anche maggiore di quanto pensato: gli investigatori parlano della possibilità che la rivolta del Campidoglio sia stata ben più di una protesta sfuggita di mano. Le prove scoperte finora, come le armi e le tattiche viste nei video di sorveglianza, suggeriscono una pianificazione. Almeno un organizzatore della protesta ha detto di essersi coordinato con tre repubblicani della Camera.

* Fonte: Marina Catucci, il manifesto

 

 

ph by Андрей Бобровский, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons



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