Stati Uniti. Ambientalisti e energia pulita vincono, affossato l’oleodotto Keystone XL

Stati Uniti. Ambientalisti e energia pulita vincono, affossato l’oleodotto Keystone XL

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Il progetto Keystone XL, l’oleodotto da 9 miliardi di dollari, diventato un punto critico nelle relazioni tra Stati Uniti e Canada, è stato ufficialmente cancellato mercoledì. Dopo anni di lotte, manifestazioni, arresti, conferenze stampa e un braccio di ferro continuo con i diversi inquilini della Casa Bianca, la vicenda si chiude segnando il punto a favore dei difensori dell’ambiente e di un concetto di futuro e progresso che non include le trivellazioni. L’oleodotto Keystone XL era stato proposto nel 2008 per portare petrolio dalle sabbie bituminose del Canada occidentale alle raffinerie statunitensi, trasportando 830.000 barili al giorno dall’Alberta al Nebraska, ma il progetto in questi 12 anni è stato puntualmente ostacolato dall’opposizione dei proprietari terrieri statunitensi, delle tribù di nativi americani e degli ambientalisti.

Alla fine del 2015 l’allora presidente Obama, dopo una lunga revisione, aveva respinto il progetto, sostenendo che l’approvazione avrebbe indebolito la leadership degli Stati Uniti sul cambiamento climatico. L’ex presidente Trump nel 2017, invece, aveva approvato e difeso i permessi necessari alla costruzione dell’oleodotto, ma si era poi visto costretto ad affrontare le continue battaglie legali che ne hanno ostacolato la costruzione. Durante la campagna elettorale Biden si era impegnato a cancellare la costruzione del Keystone XL, e subito dopo essere entrato in carica ha mantenuto la promessa.

«Questo progetto viene finalmente abbandonato grazie a oltre un decennio di resistenza da parte di comunità indigene, proprietari terrieri, agricoltori, allevatori e attivisti per il clima lungo il suo percorso e in tutto il mondo», ha affermato David Turnbull di Oil Change International in una nota. Oltre alla forte opposizione pubblica e legale degli attivisti, sono state anche le forze di mercato, incluso il boom della produzione interna di energia pulita a contribuire a fiaccare lo slancio del progetto, a dimostrazione che introiti, occupazione e ambiente sono concetti che possono tranquillamente coesistere. Ora il progetto del mega oleodotto è ufficialmente cancellato da chi avrebbe dovuto costruirlo. «Siamo delusi e frustrati per le circostanze che circondano il progetto Keystone XL, inclusa la cancellazione del permesso presidenziale per l’attraversamento del confine del gasdotto», ha dichiarato il premier dell’Alberta Jason Kenney in una nota.

La fine del Keystone XL arriva come una spinta propulsiva per gli ambientalisti, mentre altri oleodotti nordamericani, tra cui il Dakota Access e l’Enbridge Line 3, affrontano la medesima continua opposizione da parte degli stessi gruppi di difesa del territorio che si sono incessantemente opposti al KXL in questi 12 anni. In Minnesota ieri una manifestazione si è scontrata con la polizia durante un corteo contro la costruzione da parte di Enbridge Inc. dell’oleodotto Line 3, e in Michigan, la governatrice democratica Gretchen Whitmer ha rinnovato il suo impegno per revocare il permesso che consente alla compagnia di trasportare petrolio e gas naturale sotto i Grandi Laghi.

* Fonte: Marina Catucci, il manifesto

ph by Josh Lopez, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons



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