“Insorgiamo per il futuro”, studenti in corteo con gli operai Gkn

In lotta per i diritti . Dietro lo striscione “Insorgiamo per il futuro”, più di un migliaio di studenti e lavoratori manifestano a Firenze, anche in solidarietà con gli operai Gkn. L’azienda dà conto di una quarta manifestazione di interesse, secca la replica del Collettivo di fabbrica: “Ci trasmettano il progetto di reindustrializzazione, redatto non si sa come in soli 15 giorni. Poi ci diano i nomi delle aziende interessate, e infine al Mise si firmino le condizioni della trattativa: cioè la clausola sociale di continuità dei diritti e dei posti di lavoro”.
FIRENZE. I tempi supplementari della imponente mobilitazione studentesca di questo fine settimana, con 150mila giovani nelle piazze di 80 città, hanno visto più di un migliaio di ragazze e ragazzi di buon mattino in piazza San Marco, per una manifestazione in comune con le tute blu Gkn. Le scuole e la fabbrica insieme, nel solco di un percorso iniziato il 18 settembre scorso, quando gli under 25 non mancarono, e si fecero sentire, al grande corteo in difesa dello stabilimento di Campi Bisenzio e dei suoi 500 operai. “Anche gli studenti hanno capito che la situazione di Gkn getta ancora più precarietà e incertezza sul loro futuro – ha spiegato sul punto Dario Salvetti del Collettivo di fabbrica – indipendentemente dal lavoro che faranno una volta usciti dalla scuola, perché è un arretramento dei diritti del mondo del lavoro”.
Ad aprire il corteo lo striscione studentesco “Insorgiamo per il futuro”, per una manifestazione che senza alcun problema di ordine pubblico ha sfilato per le strade del centro fra rulli di tamburi, cori (“Contro la scuola dei padroni, 10, 100, 1.000 occupazioni”, e bandiere. Le realtà del mondo della scuola, dai Cobas al comitato “Priorità alla scuola”, hanno aderito e partecipato, in un momento in cui alcuni istituti di secondo grado dell’area fiorentina, dal Rodolico al Calamandrei, sono stati occupati, al pari della facoltà di Psicologia e di una parte del Polo scientifico universitario di Sesto Fiorentino.
“Siamo stufi di scuole che stanno letteralmente marcendo”, ha spiegato un giovane manifestante che stringeva con i suoi coetanei lo striscione “Le scuole crollano, ma noi no. L’Alberti non ci sta”. “Siamo qui a rivendicare i nostri diritti – ha aggiunto Lucrezia Bianchi – ci sono tante cose che non vanno, specialmente nell’ultimo anno di pandemia, e vogliamo farci sentire”. Fra le principali rivendicazioni ci sono il diritto alla ricreazione fuori classe per recuperare socialità, il ritorno alle assemblee d’istituto in presenza, e lo stop alla settima ora introdotta in pandemia.
Mentre il coro “Occupiamola, fino a che ce ne sarà…” allietava il corteo, un altro studente, Matteo Boccardi, spiegava: “Siamo in piazza per conquistare il nostro futuro. Per difendere il lavoro, il diritto allo studio, contro la scuola di classe. Tutti devono avere il diritto di studiare, anche i figli degli operai”. “Sono le nostre figlie e figli – aggiungevano le tute blu Gkn – i nostri colleghi di domani, sono le nostre compagne e i nostri compagni. Siamo comunità”.
Arriva anche la notizia di una nuova lettera agli operai in lotta: “Sono diventate quattro le manifestazioni di interesse – ha spiegato Matteo Moretti – ma è l’ennesima presa in giro”. E Dario Salvetti ha aggiunto: “Ci trasmettano il progetto di reindustrializzazione, redatto non si sa come in soli 15 giorni. Poi ci diano i nomi delle aziende interessate, e infine al Mise si firmino le condizioni della trattativa: cioè la clausola sociale di continuità dei diritti e dei posti di lavoro”.
* Fonte: Riccardo Chiari, il manifesto
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