Di inquinamento si muore, la Pianura padana supera ogni limite

Di inquinamento si muore, la Pianura padana supera ogni limite

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Il programma satellitare europeo di monitoraggio ambientale, Copernicus, rileva il peggioramento della qualità dell’aria in Italia dovuto all’assenza di precipitazioni, ai venti deboli e alla marcata inversione termica. Scaricabarile tra il sindaco di Milano e il presidente della Lombardia

Ieri la Pianura Padana è stata l’immagine del giorno per Copernicus, il programma satellitare europeo di monitoraggio ambientale. «L’attuale sistema di alta pressione ha causato un peggioramento della qualità dell’aria in Italia. Secondo il nostro servizio di monitoraggio dell’atmosfera, il Pm10 ha superato ieri i 100 μg/m3 in molte aree della Pianura Padana». Ad allargare lo sguardo a tutto il continente, aprendo la mappa dell’European air quality hourly forecast of regulated air pollutants, si nota che i colori più scuri campeggiano solo sul nostro Paese, in particolare in Lombardia e in Emilia-Romagna, ma anche in Veneto.

È UNA NOTA DELL’AGENZIA regionale per la protezione ambientale veneta a spiegare cosa ha portato, la settimana scorsa, a una situazione tanto pericolosa di sforamento dei limiti legati in particolare al particolato fine (Pm2.5) e a quello più grande (Pm10), che può essere inalato e penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe, con effetti negativi sulla salute. «L’assenza di precipitazioni, i venti deboli e la marcata inversione termica hanno determinato condizioni atmosferiche idonee al ristagno degli inquinanti. Tale situazione meteorologica ha favorito l’aumento progressivo dei livelli in aria di polveri sottili, che hanno superato il valore limite giornaliero da giovedì 15 a domenica 18 febbraio in gran parte della pianura» sottolinea Arpav.

Gli inquinanti presenti nell’aria sono legati alla presenza dell’uomo e alle nostre scelte legate alla mobilità, ma anche all’abitare e alla dieta: una delle cause è il traffico (14%/, cioè le emissioni dei motori alimentati da combustibili fossili, ma – come evidenziato da un’analisi di Greenpeace su dati Ispra – sarebbero altre due le fonti principali di emissione di polveri sottili, e cioè gli impianti di riscaldamento delle abitazioni e delle strutture commerciali (37%) e gli allevamenti intensivi (17%), cioè le fabbriche di animali che alimentano il fabbisogno di consumi di carne e basso costo.

DI FRONTE A QUESTA situazione oggettiva, ieri in Lombardia è stato messo in atto un pericoloso scaricabarile tra il sindaco di Milano e il presidente della Regione. «Sono allibito, tra Fontana e Sala è gara di incompetenza e irresponsabilità» ha commentato in una nota Carlo Monguzzi, consigliere comunale dei Verdi a Milano secondo cui «Fontana vive su Marte. Per Sala la situazione migliora (ma in che film?) e se la prende con un sito svizzero non accorgendosi che dice le stesse cose che rileva Arpa. Dopo 13 giorni di fila di cappa di smog c’è stata un po’ di pioggia, ma ora è da 5 giorni che l’aria è tornata tossica, molto più di prima. I dati Arpa rilevati ieri ci dicono di livelli di Pm10 più del doppio della soglia di allarme e di Pm 2.5 otto volte superiori» aggiunge Monguzzi.

Secondo il consigliere, «è drammatico che da 20 giorni i cittadini non vengano informati neanche sulle indicazioni sanitarie», anche se l’Italia resta il secondo Paese in Europa dov’è più facile morire a causa dell’inquinamento dell’aria, secondo solo alla Polonia, dove ancora la maggior parte dell’energia elettrica è prodotta bruciando carbone.

SECONDO IL PIÙ RECENTE report dell’Agenzia europea per l’ambiente dedicato all’Air quality in Europe 2023, ogni anno sono 46.800 le morti premature legate all’esposizione a Pm2.5, 11.300 quelle collegate al biossido di azoto, quest’ultimo collegato in particolare ai motori diesel. Eppure, le strade di Milano anche ieri erano intasate da auto, mentre nessuno ha emesso ordinanze per vietare l’accensione degli impianti di riscaldamento, nonostante la temperatura quasi primaverile.

In Emilia-Romagna, dove pure la qualità dell’aria resta da bollino rosso (a certificarlo è il bollettino di Arpae), fino a domani proseguono invece le misure emergenziali, a partire dallo stop ai diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 18.30 nei comuni con più di 30mila abitanti. Il provvedimento rientra tra quelli previsti a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair, il Piano aria integrato regionale. Che lì almeno esiste.

* Fonte/autore: Luca Martinelli, il manifesto



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