Biennale di Venezia. L’arte israeliana chiude e chiede: «Cessate il fuoco e ostaggi liberi»

Biennale di Venezia. L’arte israeliana chiude e chiede: «Cessate il fuoco e ostaggi liberi»

Loading

Alla Biennale di Venezia chiude il padiglione di Israele: «Il padiglione resterà chiuso finché non ci sarà un cessate il fuoco e tutti gli ostaggi saranno rilasciati»

 

SULL’ESTERNO, un avviso semplice e potente, divenuto il protagonista indiscusso dei media di mezzo mondo sbarcati in Laguna per l’opening: «Il padiglione resterà chiuso finché non ci sarà un cessate il fuoco e tutti gli ostaggi saranno rilasciati». Hanno anche affermato che il governo israeliano (fra i finanziatori di una parte del padiglione nazionale) non era al corrente del loro gesto di protesta.

Il suo malessere e il desiderio di mandare un messaggio forte, Ruth Patir l’ha affidato anche ai social: «Sento che il tempo dell’arte è perduto e ho bisogno di credere che tornerà. Siamo diventati una notizia. Odio il boicottaggio culturale, sono anche una educatrice, ma dal momento che non credo ci siano risposte corrette e io ho solo questo spazio a disposizione preferisco far vibrare la mia voce per coloro che sostengo, per il cessate il fuoco e riportare le persone a casa, ora. Non ce la facciamo più».

IL PADIGLIONE DI ISRAELE era già stato investito dalle polemiche qualche mese fa: associazioni pro-Palestina e un gran numero di intellettuali «trasversali» avevano lanciato un appello per il suo boicottaggio ed esclusione («Niente padiglione del genocidio alla Biennale di Venezia» riportava il documento, «l’arte non può trascendere la realtà. No death in Venice, no business as usual»), ma l’istituzione aveva risposto che la partecipazione di qualsiasi paese riconosciuto dall’Italia sarebbe rimasta una libera scelta.

PER ADRIANO PEDROSA, curatore della mostra «identitaria» di questa edizione e alfiere del sud globale del mondo con il suo slogan-guida Stranieri ovunque, la decisione dell’artista e del suo team è coraggiosa e saggia. «È davvero arduo presentare un’opera in questo particolare contesto» (i padiglioni sono comunque indipendenti dalla rassegna principale). Pedrosa ha anche fatto sapere che Khaled Jarrar, artista palestinese residente a New York e invitato a esporre, non è riuscito ad arrivare a causa delle peripezie per ottenere il visto.

Israele dunque chiude fino al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, la Russia invece non ha mai riaperto né chiesto di essere in Biennale. All’indomani dell’invasione dell’Ucraina e del deflagrare della guerra furono, anche lì, gli artisti e il curatore a rifiutarsi di presentare il loro lavoro. Quest’anno, la «casa russa» ospita la Bolivia, in omaggio a quel Foreigners everywhere che costella culturalmente e politicamente la manifestazione artistica.

E l’Ucraina? Ci sarà con un’architettura che si fa narrazione di conflitti e esodi di popoli e con le voci (e le onomatopee belliche) dei civili, testimoni di guerra, raccolte nel padiglione della Polonia.

* Fonte/autore: Arianna Di Genova, il manifesto



Related Articles

Trump studia i piani “Poche possibilità per evitare un conflitto militare”

Loading

Lo scenario. La mossa di Kim mette nell’angolo chi sostiene il dialogo: a prevalere sono i militari

“Pronto l’accordo”, l’America scaccia il default

Loading

Compromesso con l’ala moderata dei repubblicani. E Wall Street sale   

BERLINO MINACCIA L’UNIONE EUROPEA

Loading

Sovente è bene dimenticare un brutto passato, ma è un errore cancellarlo per la insana paura di un suo ripetersi. Soprattutto quando il passato è quello degli ormai lontani anni in cui compariva in Germania il libro intitolato Mein Kampf di Hitler, colpevolmente ignorato fino alla sua presa del potere nel 1933, dato che conteneva l’intero programma al quale egli si sarebbe dedicato durante la dittatura nazista, associandosi a quella fascista, e scatenando la più micidiale e distruttiva guerra dell’intera storia umana. Venti milioni di vittime di guerra e razziali, e l’Europa in macerie.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment