Assad: “Entro sette giorni via la legge d’emergenza”

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 DAMASCO – Un Bashar al-Assad di stampo diverso ieri riempie gli schermi della tv per istruire il nuovo consiglio dei ministri sulle riforme. Sono le sei del pomeriggio, e la Siria da 24 ore è lì in attesa del “discorso riparatore”, un’indicazione chiara in una stagione di scontri e sangue senza precedenti. «C’è un pericoloso divario fra i cittadini e le istituzioni», dice al governo e sembra avvertire anche se stesso del «rischio di una contraddizione», che va sanata «aprendo il dialogo coi cittadini». Sarà  quell’attributo di «cittadini» la novità  ricorrente del discorso. Il primo compito, detta, «è di focalizzarsi sulle aspirazioni popolari, grandi quanto le sfide che fronteggia il Paese». Non sembra distaccato dalla realtà , il presidente siriano, com’era parso a molti il 30 marzo, nel primo discorso. Assad non motteggia, scarta i toni minacciosi. Parla di riforme, della più attesa: «La legge marziale (in vigore da 48 anni, ndr) dovrà  essere abrogata entro la prossima settimana, al massimo. Ne uscirà  rafforzata la sicurezza del Paese, a differenza di chi pensa il contrario», detta il calendario e stiletta i conservatori. Elenca leggi sul multipartitismo, su una “maggiore” libertà  di stampa; e nel delineare una normativa per le dimostrazioni, lo fa come chi dia per scontato che d’ora in avanti queste faranno parte della vita: «La polizia dovrà  essere addestrata per questa realtà ». Se la chiosa concede legittimità  alle proteste, rizza anche le orecchie di chi sospetta insidie. Il rais tocca le «questioni sociali»: sanità , disoccupazione giovanile, istruzione, servizi, strade, sviluppo rurale. Sfiora il tasto dei «complotti». Lo fa una volta sola per dire che «solo il cemento delle riforme saprà  unirà  il Paese, immunizzandolo dalle cospirazioni». «Mettetevi subito all’opera», incalza: «Siate umili con i cittadini». Una parte di chi ascolta probabilmente accoglierà  quelle profferte. In particolare quando Assad pronuncia la “trinità “del risveglio arabo: «Dignità », «Libertà », «Giustizia». E in risposta alle richieste di Dera’a, la più colpita dai lutti, riconosce come «martiri» gli oltre 200 morti fatti in un mese. «Assad probabilmente s’è salvato di nuovo», twitta Seleucid, fra i più seguiti online. «La fine della legge marziale ci dà  il diritto di criticare e protestare: applichiamolo». Gli fa eco il blogger Ahmad Abu el-Kheir, rilasciato poco fa dal carcere: «La rabbia giovanile si smorzerà  del 50 per cento, ma le manifestazioni no. Noi crediamo nel presidente, ma il regime lo seguirà ? Solo dai fatti ci arriverà  la risposta».


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