Corte dei conti: per rispettare vincoli Ue occorre un intervento da 46 miliardi l’anno
Un aggiustamento simile a quello fatto per l’introduzione dell’euro
Si tratta, ha spiegato la Corte, di «un aggiustamento di dimensioni paragonabili a quello realizzato nella prima parte degli anni Novanta per l’ingresso nella moneta unica». Sul versante dei conti pubblici, dunque, l’Italia dovrà fare «sforzi anche maggiori di quelli accettati».
documenti
La crisi costerà 160 miliardi nel 2013
«La fine della recessione economica non comporta il ritorno ad una gestione ordinaria del bilancio pubblico richiedendosi piuttosto sforzi anche maggiori di quelli accettati». La Corte dei Conti sottolinea «l’eredità dei condizionamenti dovuti agli effetti permanenti causati dalla grande recessione nel 2008-2009». La magistratura contabile, nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenzia come «si sia verificata una perdita permanente di prodotto, calcolata a fine 2010 in 140 miliardi e prevista a crescere a 160 miliardi nel 2013».
Related Articles
Caritas-Zancan: in Italia più di 8 milioni i poveri reali e di diritti
In cerca di cibo – Foto: mediocampidano.it
“Poveri di diritti”, anche del diritto di essere “catalogati” come tali. Lo denuncia il “Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia” della Caritas Italiana e la Fondazione Zancan presentato ieri a Roma. “Anche quest’anno va registrata una sostanziale difformità tra i dati ufficiali relativi alla povertà e la reale condizione del paese, che tutti sperimentano quotidianamente e che richiederebbe un’integrazione dell’attuale metodo di rilevazione con soluzioni più sensibili ai cambiamenti” – afferma il rapporto pubblicato da il Mulino (qui la sintesi in .pdf; la scheda dati in pdf e i dati regionali).
È la disoccupazione, bellezza
Istat. I dati sul lavoro a giugno: 22mila disoccupati in più, la stagnazione continua. Poletti si giustifica: «I numeri fluttuano perché siamo all’inizio della ripresa». Vediamo come stanno, davvero, le cose
Legge anticaporalato, responsabilità anche delle imprese, ma pochi controlli
30mila imprese assumono in modo irregolare, 400mila i braccianti potenziali vittime