Ai funerali delle vittime del Golan scontri tra palestinesi: uccisi in 14

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I dirigenti delle fazioni palestinesi sono stati prima cacciati dalla cerimonia funebre, perché accusati di aver organizzato la protesta per aiutare il regime di Damasco. Sono volate accuse, insulti. Poi i genitori dei ragazzi uccisi sono venuti alle mani con i rappresentanti delle fazioni presenti, basate a Damasco e protette dal regime. In particolare ce l’avevano con il capo del Fplp-Cg, Ahmad Jibril, scissionista dell’Olp di Arafat negli anni Settanta e nemico giurato dell’Anp di Abu Mazen, che controlla con la sua milizia il campo di Yarmuk che ospita oltre centomila palestinesi.
Subito dopo il termine dei funerali, gruppi di giovani hanno attaccato la sede locale del Fronte di Jibril, hanno incendiato le auto parcheggiate fuori dalla sede del gruppo palestinese. La folla gridava: «Vogliamo la fine delle fazioni», «basta sangue». A questo punto i miliziani del Fronte popolare hanno aperto il fuoco uccidendo 14 persone e ferendone 43. Gli scontri sono cessati solo dopo l’intervento dell’esercito siriano che è arrivato in forze sul campo.
La battaglia di Yarmuk, dopo gli scontri di domenica sulle Alture del Golan, dimostra che la crisi in atto in Siria sembra essere arrivata nei campi profughi dove vivono oltre 500 mila palestinesi. Al loro interno si fanno sempre più numerose le voci di chi accusa i partiti palestinesi filosiriani, e con essi il governo del presidente Bashar Assad, di voler “strumentalizzare” le proteste per il diritto al ritorno per nascondere la crisi del regime di Damasco. Non è un mistero che i giovani palestinesi dei campi profughi guardino con simpatia al movimento di contestazione del regime di Assad – finora represso con oltre 1200 morti e migliaia di arresti – ma si guardano da esprimere opinioni per paura della rappresaglia siriana. E la milizia di Jibril è la più filo-siriana fra le quelle palestinesi: protetta dai servizi segreti di Damasco, è molto vicina all’Iran e al movimento sciita libanese Hezbollah. Senza l’aiuto di questi “amici” il Fronte di Jibril sarebbe insignificante anche militarmente, politicamente non è mai esistita.

 


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