Ma Merkel è in rotta con il suo ministro e cerca l’accordo

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BERLINO. Lui grida, lancia ukase e anatemi contro Atene “inattendibile, indegna di fiducia”. Lei tace, e con Hollande si sforza almeno di mantenere un’immagine di leader decisa ancora a tentare dialogo e trattative. Berlino, estate 2015: per la prima volta nella storia della democrazia postbellica tedesca un conflitto durissimo oppone i due personaggi-chiave del vertice su una questione-chiave della politica europea ed estera. Lui è ovviamente “l’arcigno Wolfgang”, come è soprannominato in Europa il ministro tedesco delle Finanze Schaeuble, lei è Angela Merkel. E se è vera la ricostruzione fornita da una fonte non sospetta, il quotidiano filogovernativo Bild , il confronto è divenuto ormai lotta per il potere. Fino alla voce lanciata ieri dall’autorevolissima Frankfurter Allgemeine, poi smentita dal governo ma comunque inquietante, secondo cui Schaeuble vorrebbe un’uscita ellenica dall’eurozona per cinque anni. Come un contratto a termine.
«Si sta consumando una lotta di potere tra il ministro delle Finanze e la Cancelliera”, scrive il quotidiano cartaceo più letto d’Europa, citando “un funzionario influente”. Subito il governo replica: quella fonte non appartiene al dicastero di Schaeuble. Ma la ricostruzione suona credibile. Mentre secondo Spiegel online , sempre lui avrebbe così risposto ai consigli di Washington di salvare Atene: “Facciamo cambio, a voi Atene a noi Portorico”. Merkel tace, continua la Bild , vuole tentare tutto il possibile, anche per non rovinare oltre misura i rapporti già deteriorati con la Francia. Vuole cercare con la Grecia nuove trattative che portino quanto meno a un compromesso soddisfacente. Lui no, da ieri mattina ha messo le mani avanti, ha giudicato “inadeguate” le proposte di Atene. Con uno sgarbo anche alla Francia, visto che dei superconsiglieri inviati da Parigi alla capitale ellenica hanno aiutato il govero Tsipras a mettere insieme il nuovo pacchetto.
Il ministero di Schaeuble si affretta a minimizzare: quelle idee di uscita dall’euro per un quinquennio sono solo un vecchio documento di lavoro risalente a diversi anni fa. Un paper di scenario, insomma. Ma si guarda bene dal dire che quella valutazione è ritenuta non più attuale. In alternativa al “contratto Grexit a termine”, scrive la Frankfurter nella sua edizione domenicale, Schaeuble chiederebbe ad Atene di migliorare le sue proposte e trasferire asset per 50 miliardi a un fondo.
Certo è che da qualche mese corre sangue cattivo tra Angela e Wolfgang. Lei a volte non lo ha invitato a improvvisi consulti con Juncker e Draghi. Lui non dimentica nulla e punta sul consenso della crescente pattuglia di duri nel Bundestag: nel gruppo Cdu-Csu ma anche nella Spd aumentano di giorno in giorno i legislatori che del salvataggio greco non vogliono più sentire parlare. Col Bundestag chiamato a votare su ogni nuovo pacchetto d’aiuti al paese ellenico, Merkel rischia la sua prima grave sconfitta interna ed europea in dieci anni di potere incontrastato. Nubi di crisi dunque anche sulla forte Berlino.


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