Migranti, una prima conquista

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Ce l’hanno fatta. Dopo giorni di proteste, dopo essere saliti come qualche mese prima avevano fatto i loro “connazionali bresciani” sulla cima di una gru, sono riusciti a rompere il torbido silenzio della autorità  e ad aprire una breccia nel muro innalzato dal ministero dell’Interno sulla vicenda della sanatoria. Non è certo la vittoria definitiva. Ma la conquista dei migranti di Padova rischia di aprire una possibilità  che a catena potrebbe riprodursi in diverse altre città  e sbloccare il rilascio dei permessi di soggiorno per la sanatoria 2009 che Maroni, con la famosa circolare dello scorso 26 maggio, aveva sospeso nonostante l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato avesse ridicolizzato dopo due anni di agonia i diktat del Ministro. Dopo una notte intensa di trattative con questore e prefetto, John, Eugene e Khalid sono scesi dalla gru che domina il tetto della Prefettura di Padova e sono stati abbracciati dal presidio che sotto, nella piazza presidiata, non ha mai smesso di incitarli.
La Prefettura ha ceduto e da venerdì mattina, è in corso l’invio delle convocazioni per concludere l’iter della regolarizzazione, diversamente, avrebbe procurato al ministero un infinità  di condanne alle spese. Con una nota firmata in tarda notte la Prefettura ha fatto poi sapere che sull’altro tema scottante della protesta, quello delle truffe, si aprirà  un tavolo di confronto. Sono in corso le consultazioni tra le autorità  cittadine (procura, forze dell’ordine, amministrazione, curia) per definire i dettagli tecnici, ma già  la prossima settimana dovrebbe esserci il primo incontro per fare il punto sull’oscuro mondo dello sfruttamento targato NordEst della condizione di irregolarità .
La carne al fuoco è molta, la mano della camorra dietro le truffe fa impallidire la politica di una regione in cui il Carroccio di Zaia, Tosi, Gentilini, Bitonci, con la sua guerra ai migranti, ha scelto di girare la testa da un’altra parte.
Tutti i “connazionali”
La lotta contro l’ingiustizia della sanatoria prosegue in diverse città . A Massa dove da oltre un mese i migranti presidiano il Duomo, a Milano dove si susseguono sit-in e appuntamenti pubblici e a Verona, dove dopo l’occupazione dell’ala dell’Arena, i migranti mantengono il presidio in Piazza S. Niccolò in attesa della convocazione per i permessi di soggiorno, su cui anche nella città  scaligera la prefettura ha dovuto cedere.
Ma tutti gli occhi sono puntati sulla città  simbolo della protesta contro la sanatoria truffa, Brescia, dove dallo scorso mercoledì i migranti sono in sciopero della fame in Piazza Rovetta. Per il Ministero la partita è delicata e le notizie in arrivo dalle altre città  mettono in imbarazzo le autorità  locali. A Brescia, riconoscere ciò che è un diritto vale molto di più del permesso di soggiorno di quei ragazzi, ma significherebbe infliggere un ulteriore colpo al populismo razzista del Carroccio. Per questo non possiamo fermarci.
Nelle mani del ministro rischiano di sgretolarsi quelle che solo fino a qualche mese fa sembravano certezze. Gli annunci sul prolungamento della detenzione e sui rimpatri forzati hanno un sapore ben diverso da quello dei pacchetti sicurezza del 2008. Chi spera nel Carroccio per cacciare Berlusconi non ha capito che per tutti noi è il momento di liberarci dell’uno e dell’altro. Già  il prossimo 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato sono previste mobilitazioni in tutta Italia contro il confinamento e per l’accoglienza degna lanciate dalla Campagna Welcome, Arci e brigate di Solidarietà  attiva e molte altre realtà . Uniti possiamo farcela.


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