Psicofarmaci somministrati a minori, Binetti: “Governo sordo al problema”

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ROMA – È scontro politico fuori e dentro il Parlamento per la “vaghezza” e la “ritrosia” con cui si affronta la questione della somministrazione di psicofarmaci a minori. A sollevare la questione è l’onorevole Paola Binetti (Udc) che denuncia la ritardata e generica risposta da parte del ministero della Salute a un’interrogazione presentata con Antonio De Poli sul problema. I due parlamentari chiedevano una verifica su quanto affermato in alcune interviste da genitori che avrebbero assistito alla somministrazione di psicofarmaci ai propri figli senza aver rilasciato il loro consenso informato, previsto obbligatoriamente dalle norme. Con l’occasione si chiedeva anche una verifica della situazione negli istituti scolastici della penisola, “dove una casa editrice distribuisce kit a pagamento per formare gli insegnanti sull’iperattività  infantile intesa come malattia tout-court, da curare magari con psicofarmaci”. La risposta del ministero non è piaciuta per niente: “Oltre che farsi attendere mesi e mesi  – si legge in una nota ufficiale dell’onorevole Binetti –, segno inequivoco di scarso interesse per il diritto alla salute dei più piccoli, ha deluso le più modeste aspettative”.

“Dire che non sono soddisfatta è un eufemismo – continua la parlamentare –, e sorprende in una persona sempre straordinariamente attenta ai problemi dell’infanzia e del disagio dei bambini com’è la Sottosegretaria Martini l’estrema genericità  della risposta, che elude il quesito posto”. Binetti si dice delusa dall’assenza di considerazione del problema: “Mi sarei aspettata una presa di posizione ferma del ministero – spiega – per riportare in riga chi ha sbagliato e garantire l’efficienza piena del Sistema sanitario nazionale su un punto così delicato. Sembra quasi che nel nostro paese si possano commettere degli illeciti a spese della salute dei minori e che questo non costituisca un problema per il governo”.

Sulla questione interviene anche Luca Poma, portavoce di “Giù le Mani dai Bambini” (http://www.giulemanidaibambini.org/), che definisce la risposta della sottosegretaria Martini “la classica ‘risposta dello struzzo’, che confonde il modo in cui le cose dovrebbero andare con il modo in cui le cose effettivamente vanno”. Poma riferisce di “prove evidenti della violazione dei protocolli”  e lamenta l’assenza di “iniziative formali e incisive per riportare nella norma una gestione assai approssimativa da parte di alcuni centri che somministrano quotidianamente metanfetamine a bambini”. L’accusa rivolta al ministero e ai suoi consulenti è chiara: “Dietro le quinte manifestano disagio per la denuncia pubblica e contattano i centri per capire cosa stia succedendo, mentre nella risposta all’onorevole Binetti fanno finta di nulla, dando una lunga e inutile risposta di circostanza”. (gig)

 

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