Tremonti cerca sponde Ue, il Financial Times lo stronca

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 Isolato nel suo governo, il ministro dell’economia Giulio Tremonti lascia questa mattina Roma per poche ore per cercare sponde in Europa, lì dove gli è rimasta un po’ di credibilità . Assai ridotta rispetto a pochi mesi fa: «Date le persistenti tensioni sui debiti sovrani europei, questo non sarebbe un buon momento per l’Italia per scaricare il ministro dell’Economia. Ma, come lo stesso Berlusconi, Tremonti non è indispensabile», ha scritto ieri mattina in un commento il Financial Times, il più influente dei quotidiani economici europei. Parole che hanno il sapore di un benservito dopo lo scandalo della sua residenza romana, intestata al braccio destro Marco Milanese (ora inquisito) e a lui pagata dal ministro in contanti brevi manu. «E’ inconcepibile – sottolinea ancora il giornale – che il ministro non sia al corrente del ruolo che i pagamenti in contanti rivestono nel perpetuare in Italia la malattia cronica dell’evasione fiscale». Soltanto il mese scorso, «il governo di centrodestra ha approvato in fretta in Parlamento una manovra da 48 miliardi di euro, che prevede una serie di pesanti aumenti fiscali. Gli italiani meritano un comportamento migliore da parte di un ministro delle Finanze che aumenta loro le tasse».

Se questo è il clima oltre le Alpi, in casa è tempesta perfetta. La borsa di Milano continua a restare sotto assedio da parte della speculazione, che colpisce lì dove la politica non è in grado di alzare difese credibili. Ieri pomeriggio, Tremonti ha convocato per due ore al ministero il Comitato per la stabilità  finanziaria, cui hanno partecipato Consob, Bankitalia e Isvap, per provare a mandare un qualche segnale ai mercati che tuttavia non ci hanno creduto. Anche perché, quasi in contemporanea, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano riceveva per la seconda volta in cinque giorni il governatore di Bankitalia Mario Draghi, fatto irrituale in cui si poteva leggere anche un atto di delegittimazione del ministro. Il quale, nonostante le tensioni di borsa e le fibrillazioni politiche, non ha potuto a fare a meno di seguire con attenzione il via libera della Camera dei deputati sull’utilizzo dei tabulati e dell’apertura delle cassette di sicurezza di Milanese. Carte che potrebbero portare altre pericolose novità , non solo sulla casa pagata in contanti dal ministro al suo stretto collaboratore.
Questa mattina Tremonti salterà  il consiglio dei ministri convocato per le 10 a palazzo Chigi e tornerà  forse in tempo per ascoltare Silvio Berlusconi, che alle 15 alla Camera riferirà  in sua vece sull’andamento della crisi economica. Il gelo tra i due non fa più notizia. Alle 9,50 il ministro ha appuntamento con il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker a Lussemburgo, per rassicurare l’Unione europea sui conti italiani ed essere rassicurato dai partner. La missione è la stessa che Tremonti conduce da mesi: finché c’è lui, c’è speranza. Né la linea dovrebbe essere cambiata nel colloquio telefonico che il ministro aveva in programma ieri sera con il commissario europeo per gli affari economici e finanziari Olli Rehn. Ma l’Europa e la speculazione potrebbero non bastare più al ministro per restare in sella. Dal caso Milanese al gelo berlusconiano fino al pallottolliere della Lega, il ministro cammina sul filo. Berlusconi potrebbe superare i no che riceve dai suoi possibili sostituti con un interim d’emergenza. E nemmeno il Quirinale si opporrebbe più.


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