Indagato per voto di scambio mafioso diventa assessore ai beni confiscati

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CASERTA – È indagato per «voto di scambio politico mafioso», in uno dei territori a più alta densità  criminale: Casal di Principe, roccaforte del clan di Francesco Schiavone, detto Sandokan. È indagato, ma il sindaco lo nomina assessore all’Istruzione. E non solo, per lui ci sono le deleghe anche a settori delicatissimi come la Programmazione di opere pubbliche, l’Urbanistica e per finire i Beni confiscati.
Il neo assessore della giunta di Casal di Principe è Angelo Ferraro, 38 anni, che nella vita fa l’insegnante e dirige la scuola calcio Real Casale, fratello del consigliere provinciale Sebastiano Ferraro e cugino di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale arrestato in passato per associazione mafiosa.
L’8 agosto Ferraro riceve le deleghe annunciando, sin da subito, di voler agire seguendo l’esempio e le idee di don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe ammazzato dalla camorra il 19 marzo del 1994. Ma il giorno dopo, una cronista di un giornale locale, Marilena Natale, più volte minacciata da esponenti della camorra casalese, prende carta e penna, solleva il caso scrivendo a numerose autorità  pubbliche: «È normale che una persona indagata per reati così gravi entri nell’esecutivo di un paese, con un tasso d’infiltrazione mafiosa così alto?».
Alla giornalista risponde direttamente il neo assessore: «Rispetto il lavoro della giornalista Marilena Natale, ma in questo caso non posso condividere le critiche contenute nella sua lettera. Certo, sono coinvolto in un’indagine, ma non ho ricevuto alcuna condanna. Anzi ho chiesto più volte di essere ascoltato dai magistrati inquirenti. In riferimento alle parentele, ho 75 cugini tra primo e secondo grado. E se qualcuno di questi sceglie la strada dell’illegalità , non è certo responsabilità  mia. Io vorrei essere giudicato sui fatti concreti».
A difendere il neo assessore anche il sindaco Pasquale Martinelli: «Ho deciso con serenità  di fare entrare nella giunta Angelo Ferraro, che conosco personalmente e del quale ho una profonda stima. È una persona che dedica gran parte della giornata nel sociale, occupandosi in particolare delle attività  della scuola calcio nella quale sono coinvolti 400 ragazzi sottratti così alla strada. Mettiamolo alla prova, e poi vediamo». Martinelli insiste sulla responsabilità  personale: «Ognuno risponde di persona davanti alla legge e anche davanti a Dio per la sua storia e non per i rapporti di parentela. Altrimenti, a Casal di Principe, assessori e consiglieri dovremmo prenderli da fuori perché chiunque nella nostra città , me compreso, ha parenti camorristi». Una tesi che non convince affatto il deputato pd Luisa Bossa, membro della Commissione antimafia: «Un sindaco deve stare più attento alle sue scelte. Trincerarsi dietro la legge non cancella le responsabilità  morali verso la cosa pubblica».


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