Il caro carburanti fa volare l’inflazione

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ROMA – Calma apparente a luglio sul fronte inflazione, stabile al 2,7%. Come a giugno e come a luglio dello scorso anno. Apparente perché, stando ai dati appena rilasciati dall’Istat, c’è ancora lo zampino del caro carburanti ad agitare le acque. Considerando l’inflazione al netto dei beni energetici quel 2,7% scenderebbe al 2,1%: i prezzi dei carburanti sono cresciuti in un anno del 13,6%, quelli di luce e gas del 6,4%. Un’impennata, quella dei beni energetici, non giustificata dall’andamento delle quotazioni della materia prima, visto che il prezzo del barile è sceso rispetto allo scorso anno del 20%.
La spinta inflazionistica degli energetici va a impattare direttamente sulla vita delle famiglie, che, in questo periodo di crisi, hanno ridotto i consumi di beni, anche modificando il carrello della spesa, ma che non possono fare a meno del pieno alla macchina né tantomeno di usare luce e gas. E poi ci sono le aziende: in difficoltà  in un Paese dove la maggior parte delle merci vengono movimentate su gomma, dove la benzina è tra le più care d’Europa e l’energia elettrica costa mediamente il 20% in più rispetto alle altre nazioni. In un anno, le famiglie hanno dovuto mettere mano al portafogli per far fronte a una maggiore spesa per la propria abitazione, l’acqua, l’elettricità  e i combustibili, che è cresciuta del 5%, l’1,4% solo nell’ultimo mese. E decolla anche la spesa per i trasporti, che costano il 6,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2010, sempre per effetto del caro benzina. E dal caro gasolio alla pompa, che addirittura ha fatto registrare un più 17,4% in più rispetto a un anno fa.
Uno dei settori tra i più colpiti dall’inflazione nei beni energetici è quello agricolo. «I generi alimentari freschi, il cui prezzo è sceso a luglio, rispetto a giugno, del 2,5% ha fatto da parziale ammortizzatore a un’inflazione stabile al 2,7%», fanno sapere da Confagricoltura. «I prezzi pagati ai produttori sono in caduta libera da sette mesi. A luglio i prezzi all’origine della frutta fresca sono diminuiti di quasi il 32% rispetto a giugno e quello degli ortaggi del 9%», ma il prezzo della frutta in vendita nei supermercati è aumentato del 2,2%. «Si tratta del risultato delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola», denunciano da Coldiretti. Le inefficienze della filiera, comprese le spese per il trasporto su gomma, portano a una triplicazione del prezzo finale. «Tante aziende spesso non ce la fanno a sostenere i costi intermedi della filiera e addirittura non raccolgono frutta e verdura».
E la stangata del caro benzina si farà  sentire soprattutto in questi giorni: Codacons ha calcolato che solo per raggiungere l’agognata meta di vacanza l’italiano medio spenderà  il 16% in più rispetto a un anno fa, qualsiasi mezzo si scelga, dall’auto (+15%) all’aereo (+13,4%), dalla nave (33,1%), al treno (8,7%). Se poi si considera che anche il rincaro di stabilimenti balneari, pensioni, campeggi e pacchetti turistici, una famiglia di quattro persone per andare in vacanza spenderà  360 euro in più del 2010.


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